martedì 25 maggio 2010

CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO IO DISOBBEDISCO

1 commento:

  1. SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
    COMITATO REGIONALE DELL'UMBRIA
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    COMUNICATO STAMPA

    SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' DICE NO ALLA LEGGE BAVAGLIO
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    Il Governo sta mettendo a rischio la libertà di stampa e compromettendo il diritto all’informazione degli italiani. La Commissione Giustizia del Senato ha detto il primo sì al decreto legge sulle intercettazioni.

    Il decreto rappresenta un pesante attacco al diritto di informare ed essere informati in quanto impedisce la pubblicazione di intercettazioni e documenti sui giornali, sui libri e perfino sull’informazione amatoriale in rete: in particolare proibisce la pubblicazione di ogni notizia sugli atti giudiziari (quali intercettazioni, interrogatori e documenti prima della conclusione dell’udienza preliminare) e prevede aspre pene pecuniarie e addirittura l'arresto per giornalisti ed editori trasgressori.

    L’opinione pubblica sarà tenuta all’oscuro di procedimenti giudiziari per anni, i magistrati limitati e i cittadini disinformati. E’ una legge anomala, unica in Europa. Una “legge bavaglio” che va contro i dettami della Corte Europea dei diritti dell’uomo che stabilisce la cronaca giudiziaria come essenziale in ogni democrazia per la libertà di informazione e per verificare il corretto funzionamento della giustizia.

    Il Governo vuole insomma privare il cittadino delle notizie necessarie alla formazione di un'opinione su eventi di rilevanza pubblica. Tanto per fare alcuni esempi, se la legge fosse stata già in vigore non si sarebbero potute avviare alcune grandi inchieste contro la criminalità organizzata, non sarebbero stati intercettati e arrestati molti latitanti mafiosi, nessuno avrebbe saputo alcune verità sui fatti di Genova durante il G8, sugli affari immobiliari del ministro Scajola o quelli bancari di Fazio, Consorte e Fiorani. Senza intercettazioni gli italiani non si sarebbero indignati per i commenti degli sciacalli affaristi alla notizia del terremoto dell’Aquila.
    Nel richiamato decreto c’è anche un emendamento estensivo del divieto di intercettazione che riguarda i preti cattolici. Se un giudice indaga o intercetta un prete deve avvertire immediatamente il Vaticano.

    La tutela della privacy non può giustificare una legge del genere né mettere il bavaglio all'informazione: anche negli Stati Uniti, dove il IV emendamento della Costituzione protegge il domicilio, le conversazioni e la corrispondenza, questo non accade. Sicurezza e privacy viaggiano in equilibrio ed insieme.

    Se la “legge bavaglio” verrà approvata si avrà un regime di opacità, un porto delle nebbie dove furbi, disonesti e disinvolti godranno del favore delle tenebre senza neanche rischiare la gogna mediatica. La legge sulle intercettazioni non è solo un bavaglio è una vera e propria censura che va combattuta con convinzione e forza.

    Suscita stupore e indignazione l’indifferenza e la tiepida reazione di tanti partiti e di tanti giornali di fronte ad un concreto e pesante attacco alla Costituzione e alla libertà collettiva.
    Prima il conflitto di interessi, poi le leggi ad personam e ora la censura di Stato. Tutta roba che puzza tanto di regime.

    Perugia, 25/5/2010

    Il Portavoce Regionale
    (Luigi Bori)

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