sabato 18 dicembre 2010

C'E' UN'ITALIA MIGLIORE. RACCONTACELA TU.


PARTE LA CAMPAGNA PER VENDOLA PREMIER

Pronto l'assalto al web con un sito nuovo di zecca. Gli utenti invitati a proporre gli slogan per far diventare il presidente pugliese il candidato del centrosinistra

di MATTEO PUCCIARELLI

ROMA - E' ufficialmente ripartita la macchina elettorale che ha permesso a Nichi Vendola di vincere due volte in Puglia, alle primarie del centrosinistra e poi alle Regionali pugliesi. Anche se stavolta l'ambizione è molto più alta: diventare il candidato premier del centrosinistra e poi, magari, battere Berlusconi. La campagna per "Vendola presidente" è cominciata ufficialmente lunedì: un sito tutto nuovo, ceunitaliamigliore.it 1 e affissioni di manifesti nelle città italiane.
Internet prima di tutto - Il web è sempre stato e sarà ancor di più il campo di battaglia prediletto per il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà. A partire da Facebook, dove Vendola è il leader politico italiano più amato con oltre 350mila fan. E dove puntualmente, quattro-cinque volte al giorno, Vendola scrive le sue impressioni su politica e dintorni ("penso che..."), allega articoli di giornale e posta foto. Un modo per intercettare soprattutto i più giovani e - cosa non da poco - a costo zero.
Le parole d'ordine - Lo slogan che fa da battistrada alla campagna è "C'è un'Italia migliore". Gli altri leitmotiv saranno proprio gli utenti di internet a proporli e poi a sceglierli, su nichivendola.it 2. "C’è qualcuno - è scritto sul sito di Sinistra e Libertà - che crede nelle bacchette magiche, c’è qualcuno che pensa alla rivoluzione, c’è chi, sconfortato, si è già arreso da tempo. E invece noi sappiamo che basta saperla trovare, basta darle fiducia, basta aiutarla ad alzare la testa, ma per fortuna, un’Italia migliore c’è. C’è un’Italia migliore sui tetti delle università, nelle aule delle scuole pubbliche, accanto a una culla, in coda a un supermercato, in un laboratorio di ricerca male illuminato, in una piazza piena di persone e di speranze, in case di fortuna, nelle librerie, nel lavoro quotidiano di tante associazioni, persino nei bar". Insomma, "c’è un’Italia migliore fatta di cittadini che hanno preferito la fatica dell’onestà al comfort della furbizia. I temi della campagna saranno: più lavoro e meno precarietà, no al nucleare e sì alle energie rinnovabili, per l'acqua pubblica, più fondi per la ricerca e per la cultura.
L'ascesa di Sel - Il momento politico per lanciarsi ufficialmente in una campagna semi-elettorale non è scelto a caso. I sondaggi danno Sel in crescita, tra il 6 e l'8%, secondo partito del centrosinistra dopo il Pd. Con l'Idv scavalcata di poco. Un mese fa c'è stata la vittoria alle primarie milanesi del candidato "benedetto" da Vendola, Giuliano Pisapia.
Le altre primarie - Nel frattempo Sinistra e Libertà si è messa in moto per vincere altre due sfide interne al centrosinistra, quelle per il candidato sindaco di Bologna e di Napoli. Nel capoluogo emiliano c'è la cattolica di sinistra Amelia Frascaroli, prodiana doc e molto attiva nell'associazionismo. Mentre in quello campano il presidente pugliese punta sull'ex magistrato Libero Mancuso. In entrambi i casi - così come avvenne con lo stesso Vendola e poi con Pisapia - scelte che hanno preso in contropiede i vertici locali del Pd, incapaci di trovare un nome che mettesse tutti d'accordo.

15 dicembre 2010

La Repubblica

http://www.repubblica.it/politica/2010/12/15/news/c_un_italia_migliore_parte_la_campagna_per_vendola_premier-10237066/?ref=HRER2-1


VENDOLA: "TEMO CHE IL PD VADA VERSO IL TERZO POLO"


Ho paura che, tradotta in italiano, questa riformulazione un pò confusa della strategia di Bersani significhi annessione del Pd al terzo polo». Per Nichi Vendola, leader di Sel, la svolta del segretario del Pd è «il trionfo della pura astrattezza. Siamo alla metafisica della tattica». «Non ho alcuna contrarietà ad allargare al centro - dice Vendola in un'intervista al Corriere della Sera - ma è difficile immaginare che si continui a ripetere una intenzione o una petizione di principio, quando il punto è la disponibilità degli altri». «Voglio discutere con i moderati - prosegue - ma voglio anche evitare che la sinistra si consegni a mani alzate, come una resa definitiva». «Non posso credere che noi di Sinistra ecologia e libertà e il Pd non andremo insieme, spero che ci ritroveremo tutti quanti al taglio del nastro del cantiere dell'alternativa», auspica il governatore della Puglia. Sullo scioglimento del Sel nel Pd, caldeggiato dall'ex coordinatore dei democratici Bettini, «preferisco assaporare una carota che prendere una bastonata in testa, tuttavia - sottolinea - è un pò difficile per me essere di volta in volta cibo per qualche Conte Ugolino della sinistra, oppure oggetto di un veloce reclutamento nelle file del Pd». Nell'intervista Vendola torna a criticare la posizione di Bersani sulle primarie. «Sono diventate come le lampadine di Natale: si accendono e si spengono a corrente alternata perchè fanno un pò paura, contengono una potenza antioligarchica», dice. «Le primarie sono un elemento costitutivo dell'essere centrosinistra. Se le cancellano non fanno uno sgarbo a me, spezzano un legame cruciale con il popolo, e non mi pare che sia il sentimento maggioritario tra gli elettori». La sinistra, denuncia, «è crepata già mille volte per aver barattato l'orizzonte dell'alternativa con gli sgabelli dell'alternanza». Vendola esprime stima nei confronti di Casini. Tuttavia, aggiunge, «la Dc era un'altra cosa. Un minimo di fierezza laica non è mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa».

BERSANI: "NON INSEGUIAMO CASINI" «Chi parla di inseguimenti di Casini contro Vendola e di altri simili arzigogoli politicisti non ha capito un tubo». Lo puntualizza il segretario del Pd Pier Luigi Bersani in un colloquio con 'L'Unita«. »L'emergenza politica riguarda tutti -aggiunge- le forze del centrosinistra e le forze del centro che si sono collocate all'opposizione, le forze sociali. Noi ci rivolgiamo a tutte queste forze, poi ciascuna valuterà. Vogliamo chiudere i conti col berlusconismo e con questa democrazia plebiscitaria e populista o sostituire il berlusconismo con qualcosa che magari gli somiglia?« Quanto alle primarie, »c'è un programma su cui si forma una coalizione e poi è la coalizione a decidere sulle primarie. Non è che i partiti della coalizione accettano preliminarmente le primarie. Accettano il programma, com'è logico che sia. Poi c'è -ben distinta- la questione di come il Pd in quanto tale affronta il tema delle primarie nelle diverse situazioni amministrative. Ci sono cose da corregere proprio per salvagurdare le primarie e non snaturarle. Ma -conclude Bersani- questo è un tema che riguarda il Pd«.

VENDOLA: "STOP AL BERLUSCONISMO ANCHE A SINISTRA" «Non bisogna liberarsi da Berlusconi: bisogna liberarsi dal berlusconismo che è a destra, è al centro ed è anche a sinistra». Lo ha detto oggi a Venezia Nichi Vendola, invitato da Sinistra Ecologia e Libertà. Per Vendola il berlusconismo è «una malattia che scorre nelle vene della società italiana». «Se non siamo in grado di mettere in campo una grande innovazione politica e culturale - ha sottolineato Vendola - non credo saremo in grado di viver il passaggio d'epoca che è di fronte ai nostri occhi con la forza per costruire una vittoria vera». «Vincere non significa guadagnare uno sgabello, una poltrona: significa voltar pagina nel paese della precarietà e della paura - ha concluso - non credo solo che questo sia possibile, ma anche che sia necessario». Per il Coordinatore veneziano di Sinistra Ecologia e Libertà Giampietro Pizzo, che ha chiamato Vendola a Venezia «occorre cambiare strada perchè la politica che oggi ci governa è molto lontana dalla vita dei cittadini». Una giovane precaria che ha parlato all'inizio dei lavori ha invece sostenuto che «le categorie deboli cambieranno questo Paese»

"NO AD ALCHIMIE DI PALAZZO" «No alle alchimie di Palazzo», risponde in sostanza Nichi Vendola alle sollecitazioni della sua gente intervenendo Venezia. «Dobbiamo uscire fuori, all'aperto: fa freddo, ed è un freddo particolarmente gelido per le giovani generazioni, per il mondo del lavoro e della precarietà», replica a chi gli chiede in particolare cosa pensi della proposta di Di Pietro di correre assieme a Bersani. «Dobbiamo preoccuparci di riscaldare questo paese - prosegue - credo che le alleanze, le coalizioni, i programmi debbano essere un grande abbraccio con l'Italia che soffre, che lotta e che spera: tutto il resto a me pare alchimia di Palazzo». A chi gli chiede come giudichi un'alleanza equipollente alla finiana, Vendola risponde che «i soggetti sociali che da troppo tempo attendono il cambiamento prima o poi prenderanno per il bavero questo centrosinistra così timoroso di dio e degli uomini e gli grideranno forte, molto forte, di non aver paura, di fidarsi del popolo della sinistra e di mettere in campo non un piccolo modesto programma per la sopravvivenza, ma un grande racconto di cambiamento». «Non credo all'annessione nel terzo polo - aggiunge rispondendo ad una domanda specifica - penso che bisogna discutere con i centristi a partire dalla scomposizione di quei soggetti sociali a cui i moderati fanno riferimento». Più esplicito: «Il terzo polo supera la formula del centrosinistra, ho l'impressione che sia una semplice annessione nel terzo polo: io francamente - conclude Vendola - non mi vorrei far 'annetterè».(

L'imprenditoria italiana e la crisi




Nel corso di una conferenza organizzata dalla Fondazione Corriere della Sera, tenutasi il 16 Dicembre ed avente per argomento la "ri-specializzazione delle imprese", si sono espresse valutazioni a dir poco sconcertanti.

Secondo Roberto Colaninno, ad esempio, in questo paese "siamo diventati troppo ricchi, e forse non abbiamo più voglia di lavorare, perché pensiamo più ai diritti che non ai doveri". Il "disinvestimento dal lavoro", fotografato dal Censis, può essere curato soltanto con più lavoro, secondo gli intervenuti. "Dobbiamo lavorare di più", ha aggiunto Colaninno. Ma un po’ tutti gli interventi hanno ribattuto quelli che sono ormai gli stanchi "riti verbali" di una classe imprenditoriale, quella italiana, che ha ampiamente dimostrato di non aver più una visione innovatrice e, quel che è peggio, di non aver più idee sul futuro di questo paese, sulle dinamiche che dovrebbero portarci fuori da questa tremenda recessione.

Chi, infatti, dovrebbe lavorare di più? Forse gli operai italiani che già lavorano più di chiunque altro?

Sì, perché è noto, o quantomeno dovrebbe esserlo, che le ore lavorate in un anno dal lavoratore italiano ammontano a 1773, quindi una cifra assolutamente alta, ben superiore a quella della media europea (un lavoratore tedesco lavora mediamente 1390 ore all'anno), e addirittura superiore a quella dei "celebrati" lavoratori statunitensi e giapponesi, che raggiungono rispettivamente le cifre di 1768 e di 1714 ore lavorate annualmente (fonte: "OCSE"- 2009).

O forse gli imprenditori, per acquisire competitività, pensano di ridurre ancora i già magrissimi salari?

Perché questa è la sconcertante realtà: a fronte di un numero di ore lavorate estremamente alto, l'Italia registra una media salariale che ci pone, con 30.794 dollari pro-capite, agli ultimi posti in Europa, seguiti solo dal Portogallo e da alcuni paesi dell'est.

Dove risiede allora il "male oscuro" di quest'Italia, della sua scarsa produttività e della sua ancor più scarsa capacità di penetrazione dei mercati?

Esso risiede, certo, nella cronica mancanza di infrastrutture; nella mancanza di investimenti diretti alla ricerca e all'innovazione; nel dis-investimento che questo governo ha operato nei confronti della scuola. Ma anche, e forse soprattutto, nell'incapacità della nostra classe imprenditoriale di confrontarsi con la sfide che la globalizzazione le ha posto di fronte.

Quello che sta emergendo è l'impossibilità di far fronte al mercato globale solo affidandosi alle nicchie del cosiddetto "made in Italy": non è vendendo qualche "Ferrari" o qualche abito griffato ai nuovi ricchi del mondo che possiamo sperare di rilanciare la nostra economia. Non è confidando ciecamente nelle virtù di una classe imprenditoriale, la nostra, allevata a "pane e aiuti di stato" che possiamo sperare di ridefinire una struttura manifatturiera che sappia portarci fuori dalle "secche" di una produzione irrimediabilmente gravata dall'incapacità di rinnovarsi.

Ciò che occorre è dotarsi di una politica industriale degna di questo nome; ciò che occorre è una progettualità che può venire solo dalla guida (se lungimirante, ovviamente) dell'istituzione statuale. Ciò che occorre è, soprattutto, rifuggire dall'applicazione dogmatica dell'ideologia mercatista, che da sempre predica l'esclusione dello stato dalle dinamiche che reggono il mercato.

"Riappropriarsi dello stato", delle funzioni che ingenuamente credevamo di poter delegare al mercato. Riappropriarsi del "bene pubblico", e fare in modo che il bene pubblico (tipicamente espresso nel "servizio") funzioni bene. Riappropriarsi, più in generale, della propria umanità, troppe volte dimenticata in favore di una "scienza", quella economica, che scienza non può essere considerata.

Perché è solo "umanizzando" il mercato che possiamo sperare di vederne quei limiti intrinseci che l'ideologia non ci permette di vedere; che possiamo sperare di renderci nel concreto consapevoli che il lavoratore italiano lavora più di chiunque altro, e che guadagna meno di chiunque altro!

Perché, in fondo a tutto questo discorso, c'è il nostro aver scambiato per scienza quella che è solo una ideologia: l'economia del "libero mercato". L'alternativa a questa consapevolezza sono i discorsi da bar di un Roberto Colaninno qualsiasi, un uomo che qualcuno un giorno definì "capitano coraggioso".

Mauro Rossi (portavoce Sinistra Ecologia e Libertà Altotevere umbro)

lunedì 13 dicembre 2010

BASTIA UMBRA: CENTRI SOCIALI, SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' E' D'ACCORDO SULL'ELIMINAZIONE DELLE NEW SLOT


I centri sociali sono stati al centro della riunione del venerdì del circolo di Sinistra Ecologia Libertà ‘Sandro Pertini’. Durante il dibattito è emerso un sostanziale accordo con le scelte prese dall’amministrazione, ma anche alcune perplessità relative alla chiusura del centro sociale Mezzomiglio.

«Venerdì 10 dicembre si è riunito, come da appuntamento settimanale, il circolo SEL di Bastia Umbra , che ha visto la partecipazione di nuove persone simpatizzanti del nostro movimento.
Tra le varie tematiche affrontate, quella che ha avuto più rilevanza è stata quella incentrata sui centri sociali.
È emerso che questi, negli ultimi anni, sono andati perdendo parte della loro funzione principale di luogo con finalità aggregativa e culturale: ciò dovuto, in parte, sia alla mancanza di iniziative sia alla società che è mutata.
Sono da evidenziare e da tener conto il ruolo e l’importanza che i circoli hanno all’interno della nostra comunità, soprattutto in alcune località.L’amministrazione comunale dovrebbe porre più attenzione al loro operato, incentivando maggiormente quelli che si adoperano nell’organizzare eventi e attività per cui sono nati originariamente.
Ci troviamo d’accordo sull’ordinanza del sindaco relativamente al caso delle “new slot”, che sicuramente non sono attinenti alle finalità per cui nascono i centri sociali: queste, e non solo, stanno divenendo un piaga per la nostra comunità.Purtroppo il nostro governo ha “legalizzato” questi “giochi” che portano in dote effetti positivi per il bilancio statale (stimati quasi 7 miliardi nei primi 9 mesi del 2010), ma anche molto negativi per i bilanci familiari (si è finalmente iniziato a discutere di “ludopatie”).Riteniamo che sarebbe molto interessante valutare concretamente l’impatto economico che questo flusso di denaro sottrae alle economie tradizionali (tipo quelle della produzione).
Sul caso della chiusura del centro sociale di Mezzomiglio, condividiamo che il pagare un affitto per una struttura che, si spera, abbia utilità pluriennale come avvenuto sino ad oggi, è uno spreco ingente di denaro; tuttavia ci fa riflettere la sua chiusura, imposta nel giro di pochissimo tempo: riteniamo che sia stata una sorta di atto di forza, che dovrebbe essere valutato in merito alla modalità con cui è stata effettuato.
Sarebbe da prendere spunto da questo ultimo argomento per conoscere tutti i casi in cui il comune veste i panni dell’affittuario e valutare effettivamente la relativa convenienza che questa scelta porta alla collettività.»

da Stefano PaffariniPortavoce SEL Bastia Umbra

Martedi 14 dicembre 2010

http://www.vivereassisi.it/index.php?page=articolo&articolo_id=274192

“C’è un’Italia Migliore”. La campagna per Nichi Vendola Presidente.


C’è qualcuno che crede nelle bacchette magiche, c’è qualcuno che pensa alla rivoluzione, c’è chi, sconfortato, si è già arreso da tempo. E invece noi sappiamo che basta saperla trovare, basta darle fiducia, basta aiutarla ad alzare la testa, ma per fortuna, un’Italia migliore c’è.
C’è un’Italia migliore sui tetti delle università, nelle aule delle scuole pubbliche, accanto a una culla, in coda a un supermercato, in un laboratorio di ricerca male illuminato, in una piazza piena di persone e di speranze, in case di fortuna, nelle librerie, nel lavoro quotidiano di tante associazioni, persino nei bar.
C’è un’Italia migliore fatta di cittadini che hanno preferito la fatica dell’onestà al comfort della furbizia.

Da questa certezza nasce la campagna nazionale per Nichi Vendola Presidente, a partire da cinque temi fondamentali che però da soli non bastano a descrivere l’idea di Paese, di società, di modello di sviluppo che vorremmo. Per questo vi invitiamo ad una gara di creatività e di partecipazione: tra qualche giorno su nichivendola.it ognuno potrà proporre la sua idea e creare il suo slogan per contribuire, insieme a tante e a tanti, con passione e coraggio, a costruire un’Italia migliore.

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
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ECCO LA CAMPAGNA
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http://www.ceunitaliamigliore.it/

http://www.sinistraeliberta.eu/vetrina/ce-unitalia-migliore-la-campagna-per-nichi-vendola-presidente

domenica 12 dicembre 2010

Vendola: "Le primarie sono un vulcano, impossibile fermarle"


«L’epoca del berlusconismo si chiude con il voto popolare,
prima c’è, meglio è per tutti»
RICCARDO BARENGHI

ROMA
Nichi Vendola non era in piazza col Pd ieri a Roma, ma nei discorsi tra manifestanti e dirigenti di lui si parlava spesso e volentieri: una sorta di convitato di pietra.

Come mai non è andato al corteo?
«Non esageriamo coi convitati... Non c’ero perché avrei introdotto un elemento da teatrino della politica, la mia presenza poteva apparire come una contrapposizione alla leadership del Pd. Però quella piazza rappresenta un presidio democratico fondamentale per il futuro del Paese. E’ il cuore popolare della domanda di alternativa al berlusconismo. E non lo dico certo come forma di galateo politico, ma perché ci credo profondamente».

Ma alla fine non sarà stata una manifestazione come tante, senza esito?
«Per le forze del centrosinistra ritrovare il proprio popolo è decisivo, anche la fisicità di una manifestazione è un’uscita di sicurezza rispetto alla tentazioni diaboliche di chiudersi dentro in rituali politicistici del Palazzo».

Sta alludendo a eventuali governi tecnici o di responsabilità nazionale nel caso di caduta di Berlusconi?
«Esattamente. Io penso che se cade Berlusconi si può, al massimo, dar vita a un governo che rifaccia quell’obbrobrio di legge elettorale. Ma certo non a un’alleanza tra destra e sinistra che si occupi di riforme economiche e sociali, visti i danni che su quel fronte ha provocato il berlusconismo. E il berlusconismo è il nemico da battere, anche senza Berlusconi».

Dunque, elezioni anticipate nel 2011?
«Oggi siamo sull’orlo di un precipizio, è urgente mettere in campo la prospettiva della salvezza per il Paese. L’Italia ha bisogno di un cambiamento radicale, un cambiamento che deve essere legittimato da una prova democratica. Quanto prima ci si congeda dal berlusconismo attraverso il popolo, meglio è per tutti gli italiani».

Prima delle elezioni dovrebbero però svolgersi le primarie del centrosinistra alle quali lei si è candidato con largo anticipo: lo sa che nel Pd sono sempre più forti le spinte per evitare questa prova del fuoco, visti anche i risultati di quelle pugliesi e milanesi?
«Sento anch’io in giro parecchi mal di pancia e preoccupazioni, ma non credo che questa stagione politica possa essere gestita con l’arma della furbizia. Anche la manifestazione di oggi ha un profumo di primarie. A me sembra evidente che le primarie siano ormai considerate da milioni di persone un modo per riappropriarsi della politica, moltissimi si sentono incoraggiati a venire verso il centrosinistra proprio grazie a questo strumento. Parlo degli operai che non vogliono tornare a relazioni industriali di tipo ottocentesco e che protestano sulle gru, di coloro che chiedono che la ricerca e la didattica non siano venduti come dentifrici e patate nei supermercati e salgono sui tetti, delle donne e dei giovani che pretendono più libertà, degli immigrati che chiedono cittadinanza. Le primarie sono l’incontro tra la politica e il Paese migliore».

Eppure si moltiplicano le pressioni per evitarle, forse hanno paura di lei.
«Sono poco interessato a cogliere tutti i mormorii della politica. Però penso che fermare le primarie, che peraltro sono state un fondamento per la vita del Pd, sarebbe come cercare di bloccare l’eruzione di un vulcano».

Da una metafora all’altra, lei ha detto che il suo partito, Sel, è un seme destinato a morire per far nascere qualcosa di più grande. Anche il Pd è un seme che dovrà morire con voi?
«Non voglio evocare immagini di morte ma di vita. Di vita per tutto il centrosinistra. E allora dico che la prospettiva di tutti noi dovrebbe essere quella di costruire il partito del futuro».

Secondo lei il progetto del Partito democratico è fallito?
«Non lo dico io ma lo dicono alcuni dirigenti di quello stesso partito. Io credo che l’orgoglio della propria comunità politica sia linfa vitale a condizione che non degeneri nella boria di partito. E questo insegnamento di Gramsci vale per i grandi e per i piccoli».

Morale della favola?
«La morale è che non dobbiamo discutere di se e come rifare il Pd, bensì di come e quando ricostruire il centrosinistra italiano. Il tema, ripeto, è il partito del futuro».

giovedì 9 dicembre 2010

" UFFICI E PUNTI D'INCONTRO IN CENTRO ". SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' INTERVIENE SU PIAZZA MAZZINI E DICE NO AI NEGOZI


BASTIA UMBRA – In tanti – iscritti,simpatizzanti, semplici cittadini- hanno partecipato all’assemblea settimanale del circolo di Sinistra,ecologia e libertà bastiolo.Nell’occasione si è discusso prevalentemente dell’ordine del giorno del consiglio comunale del 30 novembre scorso. Durante il consiglio,infatti, nella fase riservata all’assestamento generale al bilancio di previsione 2010, è emersa una disponibilità residua di 300 mila euro. Di tale somma, l’amministrazione ha pensato di destinarne la maggior parte pari a 200 mila euro) alla viabilità della città individuando due filoni di opere:la realizzazione di due rotatorie che permetteranno il collegamento diretto tra via Roma e via Firenze e la riapertura al traffico della parte nord di piazza Mazzini. Dicono da Sel: “Per quanto riguarda il primo punto, l’amministrazione incontra il nostro totale accordo,in quanto pensiamo sia fonte di snellimento del traffico cittadino.Invece – precisano da Sel – in relazione al secondo punto esprimiamo la nostra totale contrarietà:non troviamo condivisibile il nesso tra la riapertura al traffico della piazza con la possibilità di incrementare il commercio in questo luogo, come dichiarato dal sindaco Ansideri. Considerando che tale riapertura e la conseguente creazione di nuovi parcheggi a pagamento (ricordiamo che esiste a circa 100 metri quello gratuito delle Poste quasi inutilizzato) viene definita una ‘prova’ e che comporta un investimento economico non di secondo ordine, ci chiediamo se non sia meglio utilizzare questa disponibilità in azioni ben più concrete,soprattutto in questo momento di crisi economica. Secondo noi, le cause della chiusura di questi 7 esercizi, vanno ricercate in tutt’altre direzioni, ben lontane da quella indicata dall’amministrazione.Il fatto che piazza Mazzini non sia più un luogo frequentato dalle persone e dalle famiglie è un dato di fatto. Sarebbe magari più opportuno portare alcune funzioni pubbliche primarie in questo luogo, ripristinare le panchine, offire giochi per i più piccoli, riportare servizi comunali come la polizia municipale, la biblioteca,l’ufficio Anagrafe. La nostra città ha bisogno di spazi dove potersi incontrare e socializzare, dove portare i propri figli a fare delle passeggiate,non solo di negozi”

Il Corriere dell'Umbria

Giovedi 9 dicembre 2010

BASTIA: SEL, " SI ALLE ROTATORIE, MA LA PIAZZA RESTI AI PEDONI "


Nella serata di venerdì 3 dicembre si è tenuta l’assemblea settimanale del Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Bastia Umbra, che ha visto una numerosa partecipazione di iscritti, simpatizzanti e cittadinanza; la riapertura al traffico di piazza Mazzini al centro del dibattito.

«Nell’occasione si è discusso prevalentemente dell’ordine del giorno del consiglio comunale tenutosi in data 30 bovembre. In tale consiglio, durante la disquisizione dell’assestamento generale al bilancio di previsione 2010, è emersa una disponibilità residua di €300.000.
Di tale somma, l’amministrazione ha pensato di destinarne la maggior parte (€200.000) alla viabilità della città, individuando 2 filoni di opere:
- la realizzazione di due rotatorie che permetteranno il collegamento diretto tra via Roma e via Firenze;- la riapertura al traffico della parte nord di Piazza Mazzini.
Per quanto riguarda il primo punto l’amministrazione incontra il nostro totale accordo, in quanto pensiamo sia fonte di snellimento del traffico cittadino (si evitano giri inutili degli autoveicoli intorno al centro storico con relativa diminuizione di inquinamento e di tempi di percorrenza).
Invece, in relazione al secondo punto, siamo ad affermare la nostra totale contrarietà.Premettendo che da decenni tutte le città tendono a preservare ed estendere le proprie zone pedonali nei centri storici, non troviamo condivisibile il nesso tra la riapertura al traffico della piazza con la possibilità di incrementare il commercio in questo luogo, come dichiarato dal sindaco Ansideri.
Considerando che tale riapertura e la conseguente creazione di nuovi parcheggi a pagamento (ricordiamo che esiste a circa 100 metri quello gratuito delle Poste, quasi inutilizzato) viene definita una “prova” e che tale comporta un investimento economico non di secondo ordine, ci chiediamo se non sia meglio utilizzare questa disponibilità in azioni ben più concrete, soprattutto in questo momento di crisi economica.
Secondo noi le cause della chiusura di questi 7 esercizi vanno ricercate in tutt’altre direzioni, ben lontane da quella indicata dalla corrente amministrazione.
Il fatto che piazza Mazzini non sia più un luogo frequentato dalle persone e dalle famiglie è un dato di fatto. Sarebbe magari più opportuno portare alcune funzioni pubbliche primarie in questo luogo, ripristinare le panchine, offire giochi per i più piccoli? In questo senso ci viene anche di suggerire al sindaco e all’amministrazione di pensare alla ridislocazione, in questo posto, dei servizi comunali come la polizia municipale, la biblioteca, l’ufficio anagrafe.
La nostra città ha bisogno di spazi dove potersi incontrare e socializzare, dove portare i propri figli a fare delle passeggiate, non solo di negozi».

da Stefano Paffarini
Portavoce SEL Bastia Umbra

Giovedi 9 dicembre 2010

lunedì 6 dicembre 2010

COMUNICATO STAMPA





SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

CIRCOLO SANDRO PERTINI DI BASTIA UMBRA

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Venerdì 3 dicembre, si è tenuta l'assemblea settimanale del Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Bastia Umbra che ha visto una numerosa partecipazione di iscritti, simpatizzanti e cittadinanza.

Nell'occasione si è discusso prevalentemente dell'ordine del giorno del Consiglio Comunale tenutosi in data 30 bovembre. In tale Consiglio, durante la disquisizione dell'Assestamento generale al Bilancio di Previsione 2010, è emersa una disponibilità residua di € 300.000.

Di tale somma, l'Amministrazione ha pensato di destinarne la maggior parte (€ 200.000) alla viabilità della città individuando 2 filoni di opere:

-La realizzazione di due rotatorie che permetteranno il collegamento diretto tra via Roma e via Firenze;

-La riapertura al traffico della parte nord di Piazza Mazzini.

Per quanto riguarda il primo punto, l'Amministrazione incontra il nostro totale accordo, in quanto pensiamo sia fonte di snellimento del traffico cittadino (si evitano giri inutili degli autoveicoli intorno al centro storico con relativa diminuizione di inquinamento e di tempi di percorrenza).

Invece, in relazione al secondo punto, siamo ad affermare la nostra totale contrarietà. Premettendo che da decenni tutte le città tendono a preservare ed estendere le proprie zone pedonali nei centri storici, non troviamo condivisibile il nesso tra la riapertura al traffico della Piazza con la possibilità di incrementare il commercio in questo luogo, come dichiarato dal Sindaco Ansideri.

Considerando che tale riapertura e la conseguente creazione di nuovi parcheggi a pagamento (ricordiamo che esiste a circa 100 metri quello gratuito delle Poste quasi inutilizzato) viene definita una “prova” e che tale comporta un investimento economico non di secondo ordine, ci chiediamo se non sia meglio utilizzare questa disponibilità in azioni ben più concrete, soprattutto in questo momento di crisi economica.

Secondo noi, le cause della chiusura di questi 7 esercizi, vanno ricercate in tutt'altre direzioni, ben lontane da quella indicata dalla corrente Amministrazione.

Il fatto che Piazza Mazzini non sia più un luogo frequentato dalle persone e dalle famiglie è un dato di fatto. Sarebbe magari più opportuno portare alcune funzioni pubbliche primarie in questo luogo, ripristinare le panchine, offire giochi per i più piccoli? In questo senso ci viene anche di suggerire al Sindaco ed all'Amministrazione, di pensare alla ridislocazione, in questo posto, dei servizi comunali come la Polizia Municipale, la Biblioteca, l'Ufficio Anagrafe.

La nostra città ha bisogno di spazi dove potersi incontrare e socializzare, dove portare i propri figli a fare delle passeggiate, non solo di negozi.


4 dicembre 2010


Il portavoce

Stefano Paffarini

venerdì 3 dicembre 2010

Eletto il Coordinamento provinciale di Perugia


In questo momento di grande confusione politica che aggrava la già difficile situazione economica e sociale, SEL continua a strutturarsi per aumentare la sua disponibilità nei confronti dei cittadini e delle forze sociali e per proporsi come alternativa credibile per una nuova Sinistra.

Per lavorare al meglio la sua organizzazione sta completando la formazione degli organi dirigenti e la Federazione di Perugia è giunta alla elezione del suo Coordinamento Provinciale, che già dalla sua composizione, fatta al 50% di donne, vuole dare nuovi segnali di discontinuità.

Alla guida del Coordinamento si conferma Fabio Faina premiato per il suo impegno nella difficile fase di fondazione di SEL in Umbria, e che sarà affiancato dalle/i seguenti compagne/i:



◦Lorenza Casi (Scuola e Cultura)
◦Daniela Dell'Aquila (Internet e Comunicazione)
◦Giorgio Giansanti (Iniziative e Ambiente)
◦Pavilio Lupini (Enti Locali)
◦Juri Pelucca (Organizzazione)
◦Desirée Rosadi (Politiche giovanili)
◦Giuliana Zanarini (Lavoro e Welfare)


Nuove sfide ci attendono nel nostro territorio a partire dal problema dell'inceneritore che interroga i cittadini della provincia di Perugia sulla loro salute e sull'effettiva utilità di questa tipologia di impianto, senza dimenticare i quotidiani problemi di lavoro, scuola, trasporti, ambiente e territorio. Un difficile lavoro attende la nuova squadra, ma sa di essere sostenuta dall'aiuto deille compagne e dei compagni.



Venerdi 3 dicembre 2010

http://www.selumbria.org/perugia/eletto-il-coordinamento-provinciale-di-perugia

mercoledì 1 dicembre 2010

BASTIA UMBRA: ELETTO IL COORDINAMENTO. " RIAPRIRE LA PARTITA ", SLOGAN ALL'ASSEMBLEA. SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' ELENCA GLI OBIETTIVI.





C’è un risveglio d’interesse per la politica a sinistra anche a Bastia. Con lo slogan «Riaprire la partita» si è tenuta l’assemblea degli iscritti del Circolo ‘Sandro Pertini’ di Sinistra Ecologia Libertà. Dopo il congresso nazionale, si è passati dalla fase movimentista a quella del partito strutturato e radicato nel territorio. I responsabili del nuovo partito salutano con soddisfazione il fatto che tante persone della cosiddetta «società civile» si sono avvicinate a Sinistra Ecologia Libertà per dare un contributo all’elaborazione di programmi, progetti e proposte. Il circolo ‘Sandro Pertini’ di Bastia ha due obiettivi prioritari: «Ricostruire una sinistra unita, plurale e soprattutto utile alle donne e agli uomini e ricreare un campo largo di forze progressiste capaci di essere scelta di governo credibile rispetto al centrodestra». Al termine dell’assemblea congressuale sono stati rinnovati gli organismi dirigenti con l’elezione di un coordinamento comunale di 20 persone. Stefano Paffarini è il portavoce, Massimo Geoli (responsabile organizzazione), Ernesto Pettirossi (tesoriere), Maria Lucarello (informazione), Chiara Garzia (pari opportunità), Marco Lanzetta (lavoro) e Paolo Gubbiotti (urbanistica).

m.s.

La Nazione

Mercoledi 1 dicembre 2010