venerdì 9 dicembre 2011

NICHI VENDOLA: " CI VUOLE VERA EQUITA' ".




Ci vuole piu’ equità: lo ha detto una parte della Chiesa, lo ha detto una parte del Parlamento, lo dicono i sindacati. Allora credo che equità significhi non tirare le orecchie a qualche ricco che uno incontra per strada. Equità significa intervenire radicalmente sulla struttura della ricchezza. In questo Paese o si dice patrimoniale e si interviene sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari, oppure è davvero difficile credere che un pensionato a 850-900 euro al mese, che ha un cumulo di bollette per le quali deve decidere a cosa rinunciare dei suoi diritti, debba anche sobbarcarsi il costo di questa manovra. Per me è inaccettabile.
Se l’Italia è a rischio di collasso  questo è avvenuto anche perchè negli ultimi 30 anni tanta parte della ricchezza è stata trasferita dal lavoro dipendente alla rendita. I ricchi sono diventati molto più ricchi, e non soltanto i poveri sono diventati più poveri ma anche  il ceto medio si è visto progressivamente sbalzare dai propri standard di vita e di reddito.
Invito poi  il cavaliere Berlusconi  a non fare  il furbo mentre dice che  Monti deve mettere la fiducia: con una maggioranza del 90% del Parlamento non c’è nessuna ragione per mettere la fiducia. C’è la possibilità, invece, che il Parlamento e le forze politiche si assumano la responsabilità’ di cambiare in meglio la manovra di Monti, di alleggerire il carico che e’ sulle spalle dei ceti medio-bassi e di appesantire strutturalmente il carico verso i ceti possidenti: io questo chiedo.
Dovremmo poi smetterla di dire Europa  quando alludiamo alla signora Merkel o a Sarkozy e dovremmo ricordarci che c’e’ un’Europa governata al 90% dalla destra. In tutta Europa  ci sono solo due governi di centrosinistra: in Austria e in Danimarca. Per il resto sono tutti governi di destra che sono corresponsabili della crisi e hanno oggi una ricetta che per me e’ veramente angosciante e che va denunciata: per risolvere la crisi bisogna abbattere il welfare.Cioe’ – per affrontare i problemi del debito pubblico, per il contenimento del debito pubblico, bisogna tagliare le tutele sociali, diminuire i redditi, intervenire in maniera feroce sulla qualita’ della vita di milioni di persone in un’Europa che gia’ oggi conta 80 milioni di poveri, 25 milioni di bambini in Europa sono poveri.
L’Europa per me non è né la signora Merkel, né Sarkozy, ma sono i 25 milioni di bambini poveri che avrebbero bisogno di un’Europa migliore di quella che oggi va di scena.

Nichi Vendola,
Presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

Mercoledi 7 dicembre 2011

http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/ci-vuole-vera-equita/

NO ALL'AUMENTO DELL'ADDIZIONALE REGIONALE SULL'IRPEF. L'UMBRIA DIA ESEMPIO DI VERA EQUITA':






Anche in Umbria è giunto il tempo di prendere decisioni coraggiose e in controtendenza. E sarà su questa sponda che si misurerà il tasso di diversità tra il Governo tecnico liberista e una Giunta politica di Centrosinistra.  In primis sulle riforme, non più rinviabili e soprattutto non più eludibili con finti provvedimenti tampone.
Bisogna tagliare e ridurre drasticamente. Bisogna avere una politica del personale che sfoltisca i troppi apicali, dica basta alle tante ed inutili consulenze ed ottimizzi e valorizzi, con una visione unitaria, le professionalità presenti, fermando i concorsi inutili. E bisogna, soprattutto, rimodulare il piano di ristrutturazione endoregionale alla luce delle novità emerse dalla manovra Monti, a cominciare dalle funzioni delle Province, se verrà confermato il loro ridimensionamento. Se diminuiscono i livelli elettivi, quelli intermedi devono dimagrire, se non addirittura sparire.
Ma la diversità si vedrà sulle vicende legate ai servizi sociali in generale e alla sanità in particolare. I tagli governativi possono essere coperti in due maniere. Sforbiciando le spese inutili e superflue o aumentando l’addizionale irpef. Se la manovra Monti, come dicono tutti i partiti del centrosinistra è iniqua, quella Marini deve, per forza di cose, seguire altre strade. Deve ricorrere a provvedimenti strutturali come la razionalizzazione vera di Asl e aziende e, prendendo esempio dalla Toscana, a provvedimenti straordinari, come il taglio consistente del premio di risultato dei dirigenti.
Per mettere nuove tasse e aumentare le accise basta la ragioneria. Per fare cose giuste ed in favore delle classi meno abbienti ci vuole tanta politica e più sinistra.

Perugia, 6 dicembre 2011

Gigi Bori,
Coordinatore  regionale di Sinistra Ecologia Libertà

giovedì 8 dicembre 2011

COME PRIMA, PIU' DI PRIMA.





UNA MANOVRA SENZA EQUITA'.
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" Sacrifici ma nel segno dell'equità, per combattere la crisi ": così Monti pochi giorni fa in Parlamento.
La sua manovra ci consegna oggi una promessa mantenuta solo nella prima metà: i sacrifici ci sono tutti, mentre dell'equità sociale non rimane traccia. Per questo la nostra contrarietà nel merito dei singoli provvedimenti è profonda. Nell'azione del governo cambia lo stile, ma il segno politico resta la continuità con le manovre precedenti.
Quella sulla PRIMA CASA è una stangata, aggravata dalla rivalutazione delle rendite catastali, mentre manca una tassazione anche minima sui veri patrimoni.
Sulle PENSIONI spariscono subito gli adeguamenti alla crescita del costo della vita, l'età pensionabile è allungata indiscriminatamente per tutti e non si distingue tra diversi tipi di lavoro; manca qualsiasi misura di garanzia di pensione futura per i giovani, già in gran parte precari e disoccupati. Ad essere più colpite sono le donne, schiacciate tra i continui tagli alla spesa sociale e l'aumento del peso familiare dentro la crisi.
Si AUMENTA L'IVA di due punti, agendo indiscriminatamente sui consumi e penalizzando, senza distinzioni tutti gli italiani.
Se si passa ai tagli alla CRESCITA, cioè al capitolo da cui dipende la vera ripresa economica del nostro Paese, ci si trova davanti a il nulla: nulla sul mezzogiono, nulla sul dissesto idrogeologico, nulla sulle energie rinnovanili, nulla per gli investimenti in innovazione e sviluppo.
C'è una strada alternativa a quella del governo Monti che oggi ci consegna una recessione senza crescita, senza politiche industriali, senza lavoro: una PATRIMONIALE ADEGUATA e la messa in atto, da subito, di una serie di azioni per reperire risorse a partire dai grandi patrimoni e dalle rendite.

ECCO CHE COSA PROPONE
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA':
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- CENTRALITA' DELLA PATRIMONIALE,
PRIMA STRAORDINARIA E POI ORDINARIA.
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La patrimoniale straordinaria, tassando le ricchezze finanziarie liquide del 20% della popolazione italiana più ricca, fornisce un gettito immediato di 200 MILIARDI DI EURO.
L'imposta patrimoniale ordinaria produce un gettito annuo di 200 MILIARDI DI EURO.

- ACCORDI INTERNAZIONALI
CONTRO LA FUGA DEI CAPITALI.
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- Con la firma di un accordo internazionale tra la Svizzera e l'Italia sul controllo e sulla identificazione dei flussi finanziari si produce un gettito che va dai 20 AI 30 MILIARDI DI EURO.

- TRASPARENZA E LOTTA 
ALL-EVASIONE FISCALE.
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- Reintroduzione del falso in bilancio, l'introduzione della soglia minima di contante a 300 euro, elenco telematico clienti-fornitori per ogni impresa di qualsiasi dimensione, obbligatorietà del sistema di pagamento elettronico in tutti gli esercizi e attività professionali, dichiarazione e pubblicazione dei redditi on line obbligatoria, patrimoniale sui beni immobili, l'ICI sugli immobili di proprietà della Chiesa ( oggi esentati ) e addizionali Irpef su abitazioni per combattere evasione e affitti in nero.

- COLPIRE I CAPITALI SCUDATI.
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Vanno attuate maggiori sanzioni per la seconda rata dei condoni IVA spariti e una maggiorazione d'imposta dal 5 al 20 % sui capitali scudati.
Con queste misure il gettito previsto di 15 MILIARDI DI EURO L'ANNO.

- DECISA LOTTA ALLA CORRUZIONE.
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Occorreri ripristinarte l'Alto Commissariato per la lotta alla corruzione. La stima corrente della corruzione ammonta a perdite pari a 50 MILIARDI DI EURO L'ANNO.

- EQUITA' A PARTIRE DAL FISCO.
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Defiscalizzazione delle fasce deboli, con la riduzione dal 23 al 20% dell'aliquota sui redditi più bassi, compensate da aliquote su redditi alti.
Addizionale Irpef per le case tenute " a disposizione ", e dunque non locate né abitate.

- TASSAZIONE SULLE EMISSIONI INQUINANTI.
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Una tassazione progressiva rivolta ai mezzi più potenti ed ecologicamente inefficaci. Gettito potenziale di 500 MILIONI DI EURO.

- TASSAZIONE DEGLI IMMOBILI DI LUSSO.
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Oggi per castelli ed immobili di pregio non è prevista alcuna tassa.

- RIDURRE LE SPESE MILITARI.
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ALTRI 4,4 MILIARDI DI EURO si ricavano dalla riduzione degli organici delle forze armate, dal blocco dei contratti per la realizzazione dei caccciabombardieri e sommergibili, dal ritiro delle truppe dall'Afghanistan e da tutte le missioni internazionali che non abbiano la copertura dell'ONU.


SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

NON FARE CASSA CON LA CONTRORIFORMA DELLE PENSIONI. LE NOSTRE PROPOSTE.





L'INTERVENTO DI RIDUZIONE DELLA SPESA
PREVIDENZIALE OPERATO DAL GOVERNO MONTI.
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PREMESSA
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“Negli scorsi anni la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso, a regime, il sistema pensionistico Italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali shock negativi. Già adesso l'età di pensionamento, nel caso di vecchiaia, è superiore a quella dei lavoratori tedeschi e francesi”.
Così il Presidente Monti si è espresso al Parlamento presentando il programma del suo Governo; oggi quelle parole confermano che i tagli alla spesa previdenziale non sono funzionali a ristabilire una maggiore equità del sistema né a sanare un eccesso di generosità rispetto agli altri sistemi Europei ma,in quanto facilmente quantificabili anche nei propri effetti nel tempo, servono solo a rassicurare i mercati.
Nel sistema contributivo, che verrà applicato a tutti a partire dal 1 Gennaio 2012, la prestazione pensionistica è strettamente dipendente dai contributi versati durante la vita lavorativa e i coefficienti di trasformazione, in base ai quali si calcola l'ammontare della pensione, tengono conto dell'attesa di vita media rendendo indifferente per le casse dello stato l'età di pensionamento.
Il problema dunque non è la sostenibilità economica del sistema ma la sua sostenibilità sociale dal momento che i due parametri di riferimento della riforma del 1995, cioè carriere lavorative stabili e continuative e crescita del Pil di almeno 1,5 punti l'anno, sono venuti meno con il rischio che i più giovani debbano attendersi pensioni assai inferiori a quel 60% della retribuzione media(cioè circa 900 euro) previsti dal protocollo sul Welfare del Governo Prodi.
Per questi motivi siamo convinti che non si possa tagliare ulteriormente la spesa previdenziale, che i tagli alla spesa pubblica debbano riguardare altre voci(spese militari, grandi opere non prioritarie, riorganizzazione del funzionamento della macchina amministrativa ecc.) e che le risorse che possono derivare da processi di equità interni al sistema previdenziale vadano utilizzate per dare ai giovani una prospettiva pensionistica e a tutti la speranza di una vecchiaia dignitosa.
Nella proposta Monti non c'è alcuna traccia di quella equità intergenerazionale di cui si parla ogni volta che bisogna giustificare i previsti tagli alla spesa pubblica.

PERCHE' SIAMO CONTRARI AGLI INTERVENTI
PREVIDENZIALI DECISI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI.
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- Blocco delle indicizzazioni al costo della vita
per le pensioni superiori a 960 euro.
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Dopo il 1992 le pensioni hanno perso ogni aggancio alla dinamica salariale e la rivalutazione rispetto all'inflazione rimane l'unica salvaguardia contro la perdita progressiva del loro valore reale.
L'eliminazione di questo strumento, anche per pensioni modeste come quelle tra mille e duemila euro mensili, seppure prevista al momento solo per il biennio 2012-2013, produrrà una secca diminuzione del potere d’acquisto delle pensioni. Poiché la misura riguarda circa 9 milioni di pensionati sarà inevitabile un impatto negativosull’economia del Paese.

-Aumento dell'età pensionabile
a 67 anni per uomini e donne.
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E' una misura iniqua perché non considera che i lavori sono diversi per fatica e per impegno e che il mercato del lavoro oggi tende ad espellere i lavoratori anziani.
Inoltre l'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne cancella l'unico riconoscimento per il lavoro di cura presente nel nostro ordinamento.
Della favola bella secondo cui i risparmi derivanti da questa operazione sarebbero stati investiti in nidi, servizi per anziani e per le famiglie, per alleviare la fatica delle donne, non è rimasto nulla. I 3,5 mld risparmiati andranno a ripianare il debito pubblico. Se a questo si aggiungono i tagli consistenti alle risorse per gli Enti Locali( circa 5,5 mld), con conseguente riduzione dei servizi pubblici, sarà evidente come le donne siano tra i soggetti più penalizzati dalla manovra.
In quanto ai giovani non solo manca ogni intervento per garantire loro una pensione dignitosa, ma l'allungamento dell'età pensionabile, insieme con il blocco del turnover e delle piante organiche del pubblico impiego, ridurrà ulteriormente le loro occasioni di occupazione.

-Abolizione delle pensioni di anzianità con spostamento a 42 anni della contribuzione necessaria per andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica.
L'aumento dell'età pensionabile e la contemporanea abolizione delle pensioni di anzianità, in presenza di un aumento della disoccupazione e di una precoce espulsione dal mercato del lavoro degli ultracinquantenni, aumenterà il numero di chi sarà privo di reddito non essendo più né lavoratore, nè pensionato, con conseguente aumento
della spesa sociale.

-Estensione a tutti del sistema
contributivo pro rata
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Ci sarà una riduzione della pensione attesa per molti lavoratori senza che ad essa corrisponda un sostegno alle pensioni più basse né il ritorno ad un'uscita flessibile dal mercato del lavoro come previsto nella riforma Dini del '95 che lasciava almeno uno spazio alle scelte delle persone.
- Riteniamo gravissimo anche il riferimento ad una commissione che entro il 2012 studi le modalità per trasferire parte dei contributi dovuti all’INPS verso fondi pensionistici integrativi. Un modo subdolo per operare una sostanziale riduzione della copertura pubblica previdenziale. Scrivere che in questo modo si cerca di garantire la
pensione dei giovani, data l’attuale crisi finanziaria, costituisce un’offesa alla razionalità.


LE NOSTRE PROPOSTE
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Ribadiamo che va rifiutato il tentativo di fare cassa con le pensioni e bisogna invece aumentare la sostenibilità sociale del sistema, sia integrando le pensioni più basse, sia riconoscendo a chi esegue lavori più pesanti( non solo usuranti) e a chi ha in carico l'assistenza di soggetti non autosufficienti la possibilità del pensionamento anticipato.
Proponiamo perciò di:
- Diversificare l'età pensionabile a seconda della tipologia di lavoro e la
conseguente attesa di vita modificando anche i coefficienti di trasformazione in base agli stessi parametri.
- Integrare le pensioni inferiori al 60% della retribuzione media con una somma finanziata dalla fiscalità generale che potrebbe essere proporzionale ai contributi versati, in modo da valorizzare il lavoro.
- Non rassegnarsi ad affrontare il tema dell'invecchiamento della popolazione solo dal versante del prolungamento dell'età lavorativa, ma ragionare di politiche di invecchiamento attivo che ,attraverso forme di part-time in uscita, incentivazione del volontariato, sostegno alla produttività sociale degli anziani, prefigurino un nuovo patto tra generazioni.

DOVE TROVARE LE RISORSE
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Nella manovra Monti, si prevede un innalzamento della contribuzione dei lavoratori autonomi di 0,3 punti l'anno fino ad arrivare all'innalzamento di un punto. Si tratta di un adeguamento veramente modesto soprattutto se paragonato all'innalzamento di un punto di contribuzione per i lavoratori precari prevista nella manovra di Agosto. Oggi i lavoratori dipendenti pagano un'aliquota contributiva del 33%, i lavoratori autonomiuna del 20-21%, i lavoratori parasubordinati una del 27%.
Se equiparassimo l'aliquota dei lavoratori autonomi a quella dei
parasubordinati, e cioè a quella di lavoratori con un reddito mediamente basso, recupereremmo circa 5 miliardi di euro da destinare all'integrazione delle pensioni più basse con un'operazione di vera equità.


SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

lunedì 5 dicembre 2011

UNA MANOVRA DA BOCCIARE.





Massimiliano Smeriglio,
Coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà
Responsabile Politiche economiche e del lavoro

Le prime notizie sui contenuti della manovra Monti ci fanno esprimere un giudizio del tutto negativo. Sembrano passati secoli dal discorso d’insediamento in cui il professore indicava nella lotta all’evasione fiscale, nello spending review e nella giustizia l’orizzonte da perseguire con determinazione. La realtà purtroppo è un’altra.
La crisi, scatenata dalla finanza globale e aggravata dall’inerzia prolungata del governo Berlusconi e dagli altri governi europea, non può ancora una volta essere pagata da lavoratori, pensionandi, che si vedono rubati tre anni di vita, e pensionati. Non bastano il credito d’imposta a sostegno della ricerca e i premi a chi rottama impianti inquinanti per dare un segno progressivo alla manovra.
Il taglio ulteriore agli enti locali, Regioni Comuni e Province, determinerà una situazione drammatica per la sanità pubblica, per i servizi alla persona, per le politiche sociali. Il welfare municipale non sarà più in grado di contenere la moltiplicazione dei bisogni sociali e della disperazione.
Il possibile aumento del 2% dell’Iva, su cui già si era intervenuti un mese fa, avrà ulteriori ripercussioni negative sul potere d’acquisto delle famiglie, dei giovani, dei precari, contraendo i consumi, fino ad arrivare anche a quelli di prima necessità.
Da ultimo l’assenza di una patrimoniale getta un’ombra imbarazzante sul governo Monti. Senza giustizia sociale e senza forme di progressività nella tassazione è difficile cogliere discontinuità sostanziali dal governo precedente.
Sinistra Ecologia Libertà continuerà a fare la propria parte contro la crisi e le politiche neoliberiste dimostrando che ci può essere una strada alternativa a quella dell’austerità che ci consegna ad una recessione senza crescita, senza politiche industriali e senza lavoro.
Per questo nei prossimi giorni presenteremo con Vendola un nostro pacchetto denominato “Patrimoniale per la giusta crescita”. Una serie di azioni che dimostrano come e dove scovare risorse colpendo i grandi patrimoni, le rendite e coloro che non hanno mai pagato.
Ma anche alcune idee per salvare non solo il Paese ma la tenuta stessa dell’Unione Europea. Come la creazione di una autorità di rating europea, l’euro-project bond, il ruolo della BCE come prestatore di prima e condizionata istanza.
Azioni fondate sulla centralità della patrimoniale, prima straordinaria poi ordinaria, sugli accordi internazionali contro la fuga dei capitali, sulla trasparenza e la lotta all’evasione, sul colpire i capitali scudati, sulla lotta alla corruzione, su di un fisco più equo, sulla tassazione delle emissioni inquinanti e su come e quanto colpire immobili e beni mobili di lusso.
Azioni da suggerire a chi siede in Parlamento. Perché saranno i parlamentari a votare la manovra. Pensiamo che le forze democratiche che siedono alla Camera e al Senato debbano trovare le idee e la forza per cambiare di segno ad una manovra sbagliata, ingiusta e fondamentalmente recessiva. E per questa via ridare forza alla politica, alla democrazia e persino all’idea stessa di Alternativa.


Domenica 4 dicembre 2011

http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/una-manovra-da-bocciare/

MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO MONTI:NICHI VENDOLA " INACCETTABILE CHE PAGHINO SEMPRE GLI STESSI ".





Roma, 5 dicembre 2011 (Adnkronos) - "Alla fine della giostra pagano sempre gli stessi. Per quanto uno possa imbellettare questa manovra, essa colpisce duramente i ceti medio-bassi e i pensionati. Questo e' inaccettabile per me". Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia liberta', commentando la manovra approvata ieri dal Consiglio dei ministri. "Da questa manovra -continua- si coglie che aumenta l'Iva in maniera pesantissima, aumenta l'Irpef, aumentano le accise. Si colpisce in una maniera un pochino bonaria gli scudati con una tassa dell'1,5%, mentre sui pensionati dai 950 euro in su di pensione praticamente la gran parte dei pensionati, si blocca l'indicizzazione delle pensioni".
"Ma l'indicizzazione -continua- non era mettere le pensioni al livello del caro vita, ma era metterle al livello dell'inflazione programmata, che e' la meta' del reale caro vita. Dal punto di vista sociale, politico e culturale l'idea che si possa fare sulla struttura della ricchezza qualche gentile limatura ma nessun intervento strutturale, e che invece gli interventi strutturali siano normali soprattutto sui ceti medi e poi sul mondo dei pensionati, a me pare scandaloso. Ancora oggi non comprendo perche' - nonostante le perplessita' che ormai non circolano piu' solo negli ambienti alternativi, ma cominciano a circolare anche in un certo establishment - nel delineare manovre correttive non si possa mettere in discussione la schifezza di una spesa militare assolutamente irrazionale".
"Voglio capire -conclude Vendola- se un F35, uno dei tanti che dobbiamo comprare, vale piu' della salute di un malato di Sla e di un malato di Alzheimer, della possibilita' di curarlo. E rispetto al fatto che noi abbiamo avuto i fondi per la non autosufficienza dal precedente governo completamente disintegrati vorrei sapere -conclude- se qualcuno si occupa delle persone disabili in questo Paese. Se dobbiamo tornare alle vecchie forme di pietismo, o se siamo ancora uno Stato di diritto".

venerdì 25 novembre 2011

AVERE CURA DI UN PAESE MIGLIORE




Di Fulvia Bandoli,

Presidenza nazionale di Sinistra Ecologia Libertà



Pubblichiamo l’introduzione di Fulvia Bandoli all’incontro nazionale di SEL sui temi del riassetto idrogeologico adattamento, messa in sicurezza e cura del territorio.



Ricorre in questi giorni l’anniversario della prima grande alluvione in... Italia e che coinvolse il Polesine e da allora, da quell’autunno, sono passati 60 anni. Quarantacinque anni fa quella di Firenze, ed eravamo ragazzini tante e tanti di noi quando andammo per giorni e giorni a toglier fango dai libri della biblioteca Nazionale. Proprio come i tanti ragazzi che hanno ripulito Genova nelle settimane scorse. E poi di seguito tutte le altre: quasi nessuna Regione risparmiata e a volte colpita più volte e in zone diverse, la Calabria e quel campeggio di ragazzi e adulti spazzato via a Soverato, la Campania e quella montagna di fango che si stacca e travolge Sarno, la Toscana in Versilia e in Lunigiana , il Piemonte tante volte ad Alessandria e ad Alba, la Sicilia in tante aree e colpita in queste ore e ancora una volta a Messina invasa dall’acqua e dalle frane come due anni fa, il Veneto,Vicenza e Venezia, la Liguria, le tante volte di La Spezia e il martirio di Genova ( alluvionata 29 volte in 50 anni). E queste sono solo quelle che al momento ricordo ma sui siti web le potete trovarle tutte e impallidire alla lettura.



E’ da oltre mezzo secolo dunque che sappiamo che tre quinti del nostro territorio nazionale è a rischio di alluvioni, frane, erosioni e dissesti di vario genere. E tra i tanti libri e le decine di ricerche e denunce ne ricordo soltanto uno, quello che ha forse il titolo più emblematico di tutti, “ Brandelli d’Italia” scritto da Antonio Cederna venti anni fa, maestro di tante e tanti di noi.



Da oltre dieci anni sappiamo che anche i cambiamenti climatici ( una realtà recente tutto sommato ma che tanti hanno sottovalutato e alcuni persino negato) hanno reso ancora più drammatica la situazione e ancora più fragile il territorio perché gli eventi climatici assumono per via del cambiamento del clima maggiore intensità e sono assai meno prevedibili.



Abbiamo dunque tanti dati, macro e anche dettagliati per ogni forma di dissesto, di erosione, di fenomeno franoso, dati forniti dal consiglio nazionale dei geologi, da molti ricercatori , dai metereologi, dalla protezione civile,dalle agenzie regionali per l’ambiente, dalle associazioni ambientaliste, certo sarebbe tempo che venissero raccolti in una carta geologica a scala minore e in carte geologiche regionali, ma non possiamo dire che ci manchi la conoscenza del dissesto e delle sue cause.



Sappiamo ad esempio che consumiamo più cemento pro capite di quanto se ne consumi negli Stati Uniti e che ogni anno 250000 ettari di territorio vengono cementificati ( da una ottima ricerca fatta da Sel Veneto e basata su indicatori verificabili e certi risulta ad esempio che negli ultimi 8 anni in quella Regione pur essendo aumentata la popolazione di 400.000 unità , i metri cubi costruiti , 128milioni di metri cubi, erano commisurati ad un aumento di 850.000 unità e queste case non solo erano il doppio di quelle necessarie ma avevano anche una tipologia adatta a classi medie e dunque alti costi, mentre i 400.0000 abitanti in più erano immigrati, anziani e giovani) e temo che lo stesso dato troveremmo anche in altre Regioni, come ad esempio troviamo Piani Casa sia in Lazio che in Liguria con caratteristiche che non fanno per nulla i conti con la fragilità del territorio



Sappiamo che il territorio agro silvo pastorale si riduce ad una velocità pazzesca, e che l’abbandono dell’agricoltura è un fattore in crescita costante che ha determinato minore controllo sul territorio e soprattutto nessuna attenzione alla riforestazione in particolare nelle aree pedemontane



Conosciamo, per averle visitate, decine di aree artigianali e di insediamenti abitativi costruiti nelle aree di esondazione dei fiumi (aree che non dovevano mai essere urbanizzate e che invece decine di varianti ai piani regolatori o prg inesistenti hanno consentito di urbanizzare), possiamo fare un lungo elenco di fiumi importanti e di torrenti tombinati , regimentati o deviati (pratica decennale che ha stravolto l’assetto idrogeologico di tantissimi bacini idrografici e che non andava autorizzata), vantiamo addirittura una centrale nucleare, quella di Caorso, costruita ai limiti dell’area di esondazione del Po. Non ci siamo fatti mancare nulla.



Tutte queste cause messe insieme hanno prodotto un dato che è solo italiano e che nessun altro paese d’Europa ha in tale grandezza.



Le risorse necessarie alla prevenzione e alla messa in sicurezza del nostro territorio nazionale si aggirano sui 40 miliardi di Euro mentre quelle realmente investite negli ultimi 20 anni sono state appena 400 milioni di euro. Al contrario per indennizzi,ricostruzioni e riparazione dei danni a posteriori si sono spesi (male e molto spesso per ricostruire negli stessi luoghi interessati da inondazioni e frane) 52 miliardi di euro in cinquant’anni e se sommiamo gli indennizzi post terremoti la cifra arriva a 213 miliardi di euro! Una cifra mostruosa! Che segnala meglio di molte altre quanto il nostro Paese non abbia mai scelto la prevenzione e la cura e come a causa di questa non scelta si siano spese il triplo delle risorse.



Certo possiamo e dobbiamo studiare ancora perché le caratteristiche morfologiche del territorio cambiano in fretta con il cambiare del clima e anche le strategie di adattamento si arricchiscono di nuove ipotesi e di rimedi possibili ma la sostanza non cambia ,da decine di anni sappiamo quel che andrebbe fatto, ma non lo abbiamo mai fatto :Passare dall’incuria alla cura del territorio, dalla speculazione selvaggia alla pianificazione sostenibile, dalla edilizia costruttiva alla edilizia di recupero e manutenzione, dall’intervento a posteriori alla prevenzione.



Non possiamo più sprecare soldi e natura, non vogliamo perdere altre vite umane , non possiamo far vivere milioni di persone in condizioni di insicurezza. Noi crediamo che la cura del territorio sia una grande riforma. La più grande opera pubblica di cui ha bisogno l’Italia. Per questa ragione l’assenza di qualsiasi riferimento ai temi della qualità dello sviluppo e alla sostenibilità ambientale nel discorso di insediamento del Presidente del Consiglio Monti ci ha delusi e ci preoccupa perché sono migliaia i cittadini italiani in lotta da mesi con il fango. Tra economia ed ecologia e tra ecologia e nuova occupazione vi sono molti più intrecci di quelli che tanti economisti assai poco innovatori e riformatori riescono a vedere: un territorio sicuro per i cittadini e per le attività produttive è la condizione prima di qualsiasi sviluppo possibile, e un paesaggio di qualità è la ricchezza fondamentale dell’Italia. Noi oggi rimettiamo, per l’ennesima volta, questo tema all’attenzione delle forze sociali,politiche e dei governi nazionale e locali attraverso una serie di proposte precise sulle quali inizieremo una campagna in tante città e paesi nelle prossime settimane. Se le proposte non convincono altri ne avanzino di diverse, se le fonti di finanziamento non sono giuste il Governo ne proponga altre, ma vanno trovate risorse, e in fretta, per rimettere il sicurezza l’Italia, perché su un paese che va sott’acqua una settimana si e l’altra pure non può farsi strada alcun tipo di sviluppo. Si parla ad ogni piè sospinto di crescita, noi siamo una sinistra che cerca invece di dire cosa può e deve ancora crescere e cosa invece non può più crescere.



E queste sono le nostre proposte:



-L’adozione da parte del Governo di un piano decennale ordinario per la messa in sicurezza stimabile in 40 miliardi di euro totali e finanziato annualmente dal 10% delle risorse che deriverebbero dalla Pat...rimoniale ( 1,5 miliardi su un totale che si aggirerebbe sui 15 miliardi),da un taglio delle spese militari quantificabile in circa 1,5 miliardi , da maggiori entrate derivanti dal contributo di solidarietà ( fino al 20 per cento) da applicarsi ai cosiddetti “ patrimoni rientrati con lo scudo fiscale” e per il primo anno anche dallo storno delle risorse attualmente destinate al Ponte sullo Stretto di Messina, un opera che non riteniamo prioritaria. Fino ad un totale di 4 miliardi l’anno.



- La richiesta ai Comuni di redigere entro 6 mesi Piani attuativi minimi per la messa in sicurezza e la delocalizzazione basati sui seguenti criteri: rinaturalizzazione dei fiumi e di tutti i piccoli e grandi corsi d’acqua , ristabilimento delle aree di esondazione dei fiumi e delle aree golenali, pulizia degli alvei e sistemazione degli argini, pulizia di tutti i percorsi in cui scorre acqua piovana ( fossi, torrenti urbani, tombini, fognature), riforestazione delle aree pedemontane. La rinaturalizzazione dei corsi d’acqua può oltretutto far riscoprire anche antichi usi dell’energia idrica per il cosiddetto micro e medio idroelettrico.



-Una norma nazionale che si propone ai Comuni e alle Regioni di recepire in tempi brevissimi ( date le competenze in materia soprattutto delle Regioni ) volta ad impedire nuove costruzioni in tutte le aree di pertinenza fluviale e nelle aree contigue e il consumo ulteriore di suolo agricolo.



- L’ istituzione di un Servizio Civile Giovanile Regionale ( della durata di sei mesi e retribuito) dedicato a lavori di manutenzione e ripulitura in accordo con i Comuni e la protezione civile. L’esempio di Genova nato sulla Rete e la massiccia partecipazione giovanile è stata stupefacente e da quella esperienza dovremmo trarre insegnamento. Spesso si parla di New Deal ,ebbene vorrei ricordare che nell’America di quegli anni, con grandi problemi di dissesto idrogeologico, il 14 marzo 1933, dieci giorni dopo essersi insediato alla Casa Bianca, il Presidente Roosevelt istituì i “Civilian Conservation Corps”. 300.000 americani dai 18 ai 25 anni, disoccupati furono messi al lavoro nei boschi e sui fiumi. Negli anni successivi, in varie campagne, due milioni di giovani lavoratori, complessivamente, piantarono 200 milioni di alberi, ripulirono il greto dei torrenti, ristabilirono aree golenali .Dunque si può fare, traduciamolo in italiano e proviamo a farlo.



- Il rafforzamento della filiera delle competenze , con un forte tasso di innovazione sia nella formazione delle nuove professioni ‘verdi’(sono sempre di più le università che offrono corsi di laurea in difesa e manutenzione del territorio,quali La Sapienza di Roma, Udine,Pavia) sia nella valorizzazione di geologi (oggi poche centinaia, con una flessione del 17% nelle iscrizioni ai corsi di laurea dal 2002 al 2009), ingegneri naturalistici, metereologi e climatologi, architetti paesaggisti,urbanisti ecocompatibili,agricoltori con funzioni di presidio del territorio. E’ necessario un incremento in quantità e qualità di questi nuovi lavori verdi.



- L’istituzione della figura di “ecologo condotto” per ogni Comune o territorio di più comuni con il compito di individuare le strategie di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico,coniugate a buone pratiche di manutenzione del territorio.



-“Adottare i fiumi” : il coinvolgimento delle Associazioni ambientaliste, del Volontariato e dei singoli cittadini in progetti pilota sul modello di quelli attuati da alcune associazioni per la pulizia delle spiagge e che riguardi invece il prendersi cura da parte delle comunità locali dei corsi d’acqua che sono nel proprio territorio.



- Incentivi fiscali alle attività agricole nelle aree a rischio idrogeologico e nelle aree svantaggiate. Affidamento diretto dei lavori di manutenzione e cura del territorio, di riforestazione, di rinaturalizzazione agli agricoltori e alle aziende agricole, come peraltro già previsto dalla L.97/94 e dalla L. 228/01 dando corso ad una idea di azienda agricola multifunzionale quasi mai attuata. Con la possibilità di sgravi fiscali fino al 55% sul modello di quelli che furono a suo tempo previsti per i lavori di manutenzione in edilizia ( con i necessari adeguamenti) e che diedero un ottimo esito. Assegnazione ,tramite bando pubblico, delle aree agricole di proprietà pubblica ai giovani agricoltori e contributo per il reinsediamento delle aziende agricole.



Il coordinamento nazionale di SEL e il Forum nazionale SEL BETA “beni comuni e territorio” promuovono nelle prossime settimane e mesi una campagna di discussione e di consultazione su queste proposte con iniziative e approfondimenti nelle Regioni, nei Comuni, nei bacini idrografici, aperte a tutte le forze sociali ed economiche, alle associazioni, ai tecnici e agli operatori del settore.



Di Fulvia Bandoli,




Ulteriori materiali sull’incontro saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito del Forum Sel Beta all’indirizzo www.forumselbeta.com



Venerdi 25 novembre 2011



http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/33805/

sabato 19 novembre 2011

TERRA NOSTRA




Fulvia Bandoli
Presidenza Nazionale
Sinistra Ecologia Libertà

Sono tre quarti del totale i Comuni italiani a rischio di alluvione, frane e dissesti di vario genere: non c’è alcun dubbio che questa sia l’opera pubblica più urgente e importante per il nostro Paese. Come  SEL lo sosteniamo non da oggi ma il 23 Novembre a Roma proviamo ad avanzare alcune proposte concrete agli operatori del settore, agli enti locali, alla protezione civile, alle associazioni ambientaliste e ed economiche. E le avanziamo anche al Governo Monti appena insediato, perché ci ha profondamente delusi  la mancanza di qualsiasi riferimento ai temi della qualità dello sviluppo e alla sostenibilità ambientale nel suo discorso di insediamento.
Pensiamo che tra economia ed ecologia ci siano molti più intrecci di quel che l’economia classica, sbagliando, ha sempre pensato, e sicuramente un territorio sicuro per i cittadini e per le attività produttive è la condizione prima di qualsiasi sviluppo possibile. Inoltre riteniamo che proprio la grande attenzione  che tutti dobbiamo prestare alle risorse scarse e a come le spendiamo sia un’ altra ragione che dovrebbe indurre ad esaminare con urgenza questo importante settore : servirebbero 40 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio italiano e dieci anni di tempo,  negli ultimi venti anni sono stati investiti 400 milioni, ma la cifra che fa saltare sulla sedia è un’altra: dal dopoguerra ad oggi per interventi  e indennizzi a disastri avvenuti e dunque a posteriori sono stati spesi 52 miliardi di euro e se contiamo anche i terremoti la spesa arriva a 213 miliardi.  Possiamo andare avanti ancora in questo modo? Noi pensiamo di no e proveremo a dire la nostra con proposte concrete.

Venerdi 18 novembre 2011

http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/terra-nostra/

giovedì 10 novembre 2011

DEMOCRAZIA. L'UNICA SCELTA PER FRONTEGGIARE LA CRISI.




Coordinamento Nazionale
Sinistra Ecologia Libertà

Giovedì 10 novembre 2011 


Se il ventennio fascista condusse nel baratro della guerra il paese, il quasi ventennio del populismo berlusconiano ha prodotto macerie economiche e sociali che ci hanno condotto al disastroso rischio di default attuale. Bisogna mettere la parola fine al dominio politico di Berlusconi, ma bisogna immediatamente guardarsi dalle insidie del berlusconismo. Ogni esperienza, anche quelle che intendono fronteggiare in buona fede l’evidente emergenza economico finanziaria, non possono sopportare l’ipoteca berlusconiana. Il rischio che un governo di emergenza diventi l’ancora di salvataggio del regime precedente è in campo, nonostante l’autorevolezza della figura di Mario Monti, prolungando una fase di incertezza che sarebbe dannosa per la nostra fragilissima finanza pubblica e per l’intera situazione economica del paese.
Siamo consapevoli che per affrontare la crisi ci sia bisogno di responsabilità e impegni straordinari. Siamo tuttavia convinti che per affrontare i prossimi anni sia necessario chiedere ai cittadini di scegliere su quali opzioni fondare un nuovo governo, condividendo gli oneri di una fase così drammatica per il paese. Per questo riteniamo che siano necessarie elezioni presto, per dare una prospettiva più certa e legittimata.
Un governo di emergenza non può che essere a tempo e con un immediato obiettivo:  fronteggiare l’emergenza dei conti con una patrimoniale vera, che non colpisca i cittadini che stanno già pagando gli effetti nefasti della recessione, e restituire la parola agli italiani con il voto. Il cambiamento è necessario, i cittadini e le cittadine italiane dovranno essere i protagonisti di questa fase. La democrazia è la più grande risorsa per la salvezza del nostro paese.

venerdì 21 ottobre 2011

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA': A FIANCO DELLA FIOM.



Domani Sinistra Ecologia Libertà – con Vendola sarà a fianco della Fiom perché, al contrario di quello che dice Marchionne, pensiamo che lo sciopero abbia un senso. La democrazia, il contratto, la dignità del lavoro, il salario non sono mere battaglie sindacali, ma hanno a che fare con il modello di società che abbiamo in mente. Senza democrazia, in fabbrica come nella società, senza un progetto industriale che sappia traguardare la crisi, senza una discussione seria su Fiat e Fincantieri non c’è l’alternativa.
Lo sciopero della Fiom è una straordinaria occasione per difendere i livelli occupazionali e per avviare una discussione su un modello di sviluppo che sappia intrecciare qualità del lavoro e sostenibilità delle produzioni. Innovazione, ricerca, sviluppo e democrazia. Di questo vorremmo discutere con Marchionne.
Domani saremo a Piazza del Popolo con la Fiom anche per riprenderci le nostre piazze, lo spazio pubblico, le strade contro il binomio devastazione – militarizzazione.

Massimiliano Smeriglio,
Responsabile nazionale  Sinistra Ecologia Libertà
politiche economiche e del lavoro

Giovedi 20 ottobre 2011
http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/a-fianco-della-fiom/

venerdì 14 ottobre 2011

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' DELL'UMBRIA PARTECIPERA' ALLA MANIFESTAZIONE DEL 15 OTTOBRE.





Il 15 ottobre milioni di persone scenderanno nelle strade e nelle piazze di tutta Europa.
Sarà una giornata di straordinaria importanza, nella quale si renderà plasticamente visibile il dissenso di massa nei confronti di un continente incapace di guardare in faccia i propri figli.
E’ sconcertante notare come a distanza di tre anni dall’esplosione di una crisi di sistema di portata storica, la politica non abbia prodotto nessuna seria autocritica sul turbocapitalismo finanziario che l’ha prodotta, ostinandosi invece a proporre soluzioni tutte interne alla stessa logica tecnocratica.
I tagli allo stato sociale, la compressione dei diritti, ed in generale la dismissione del pubblico persino nella sua accezione liberale, sono allo stesso tempo sintomo ed effetto di una classe dirigente che non è più in grado di produrre visioni, di indicare prospettive. La piccineria politica di questa Europa, reclama la discesa in campo dell’altra Europa, di quei tanti che pagano il prezzo dell’ingordigia di pochi.
Per questo anche SEL dell’Umbria sarà presente alla manifestazione di Roma.
Non solo contro le politiche recessive e antipopolari imposte dalla Banca Centrale Europea, delle quali la versione berlusconiana rappresenta la variante più becera, ma anche per proporre un’idea diversa di sviluppo: redistribuzione della ricchezza, riconversione ecologica dell’economia, abbattimento delle spese militari, esigibilità dei beni comuni, sono tutti temi che parlano di un altro mondo possibile e mai come oggi necessario.
E il fatto che alle piazze europee, si uniranno quelle di Rabat, di Mosca, di Buenos Aires, di New York e tantissime altre, significa che qualcosa di profondo sta accadendo.
Un’occasione per la sinistra? Forse. Di sicuro un’opportunità per l’umanità.

Stefano Boccioli,
Responsabile Lavoro e Precarietà SEL UMBRIA

Giovedi 13 ottobre 2011

http://www.selumbria.org/umbria/sel-dell-umbria-parteciper-alla-manifestazione-del-15-ottobre

venerdì 30 settembre 2011

ORA TOCCA A NOI: SABATO 1 OTTOBRE 2011, ROMA, PIAZZA NAVONA. ORE 15,30




TUTTI IN PIAZZA CON L'ITALIA CHE VUOLE CAMBIARE.

Di Nichi Vendola
Portavoce nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

Rivolgo un appello alle donne e agli uomini che non si rassegnano ad assistere impotenti al declino italiano, alla distruzione di vincoli sociali e democratici che rendono unita la comunità nazionale del Paese. A questo siamo ormai giunti con la destra al governo. In un crescendo di diseguaglianze e ingiustizie sociali, di smarrimento di un ruolo e di una funzione dell’Italia dentro l’Europa e nel mondo, di pieno spossessamento dei diritti, nel campo del lavoro, dell’ambiente, del sapere, della sfera soggettiva e individuale delle persone.
La crisi economica, a lungo negata come non ci dovesse riguardare, si manifesta ora in tutti i suoi effetti dirompenti, disgreganti, duraturi nel tempo, tanto sulla vita delle singole persone come su quella delle istituzioni, a partire da quelle più prossime ai cittadini, come i tanti comuni italiani messi ormai nelle condizioni di rinunciare a programmare lo sviluppo del proprio territorio.
C’è un paese colpito al cuore, smarrito, umiliato e offeso, intaccato ormai alla radice in quel che di più prezioso possa dirsi convinto: il senso di una speranza, di una possibilità autentica di cambiamento, di costruzione di una prospettiva dignitosa e libera di futuro per ciascuno, a partire da quelle ragazze e quei ragazzi che si aprono al compimento stesso della loro esistenza e oggi la intravvedono densa di minaccia anziché di possibilità.
Occorre un’opera di rigenerazione del Paese. Non solo politica. Insieme morale, democratica, sociale e prima ancora culturale. Perché è proprio a partire dai capisaldi culturali con cui questa destra si è insediata nel Paese, dal lavoro ai diritti, che ha avuto inizio e oggi giunge al più nefasto degli esiti possibili, lo smantellamento di una identità comunitaria nazionale.
Occorre dare, da subito, segnali forti, credibili, mettere in campo prima possibile una proposta di alternativa. Larga, unitaria, popolare, incentrata su un’idea forte di cambiamento da presentare al Paese, mobilitando energie, risorse, intelligenze, speranze ben presenti, come si è visto nella recente tornata di elezioni amministrative e nell’esito stesso del voto referendario. All’epilogo della crisi politica e morale della destra, capace di trascinare nel pantano e nella rassegnazione il Paese, è sempre più urgente da parte nostra contrapporre un’accelerazione per presentare all’Italia una grande, coesa, unita, coalizione di centrosinistra, forte di una sua autonoma agenda di governo.
Attese, ritardi, divisioni, dilazioni, separatezze, apparirebbero insensate, incomprensibili, rispondenti a pure logiche di parte, di fronte alla primaria necessità di costruire una risposta per voltare pagina e avviare il cambiamento.
Ora tocca a noi. Vi aspetto in piazza il 1° ottobre.

Nichi Vendola

BASTIA UMBRA, ASSISI, BETTONA, CANNARA.1600 FIRME PER DIRE NO AL PORCELLUM.



Comunicato stampa
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Si è conclusa domenica scorsa con i tavoli organizzati lungo il  percorso della Marcia della Pace Perugia-Assisi e con la necessaria certificazione prevista dalla legge la raccolta delle firme per il referendum che intende abrogare l'attuale legge elettorale in vigore, da tutti ormai  conosciuta come " Porcellum ".
Un boom di adesioni anche nei quattro comuni del comprensorio Valle Umbra Nord ( Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara ): 1600 firme raccolte  in meno di un mese  per la consultazione promossa a livello nazionale da Sinistra Ecologia Libertà e Italia dei Valori e che a livello locale ha avuto fin dall'inizio anche l'adesione del Movimento Sinistra Critica, della lista Buongiorno Assisi, dell'associazione A Ruota Libera e del consigliere comunale di Assisi Carlo Cianetti.
Negli ultimi giorni di mobilitazione anche il Partito Democratico di Assisi e alcuni suoi consiglieri locali (  Simone Pettirossi e Mirco Casagrande Moretti ) hanno ufficialmente sostenuto l'iniziativa referendaria.
Grande soddisfazione del comitato organizzatore locale che è riuscito quasi a decuplicare l'obiettivo iniziale di 200 firme concordato a livello regionale e che ha visto una partecipazione inaspettata  e spontanea di cittadini ai banchetti per la raccolta firme, superiore anche a quella delle altre recenti iniziative referendarie sull'acqua bene comune, sul nucleare e su il legittimo impedimento. Un dato politico su tutti: l'adesione trasversale ai quesiti da parte della popolazione  a prescindere dalle specifiche appartenenze partitiche o di schieramento.
Io firmo,voto,scelgo: questo il segnale forte che anche ad Assisi, Bastia Umbra, Bettona e Cannara i cittadini hanno voluto lanciare su questo tema della legge elettorale e contro questo parlamento di nominati.
C'è attesa adesso per il prossimi,imminenti pronunciamenti della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale che dovrànno controllare e  decidere sull'ammissibilità dei due referendum e che apriranno di fatto la campagna elettorale per la consultazione che si terrà nella primavera del 2012.

Giovedi 29 settembre 2011

- Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Bellaciao Assisi
I portavoce : Maurizio Tomassini e Alessandro Comi
- Italia Dei Valori
Circolo di Assisi
Il portavoce: Lanfranco Pecetta
-  Lista Buongiorno Assisi
Il portavoce : Paolo Marcucci
- Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Sandro Pertini di Bastia Umbra
Il portavoce: Stefano Paffarini
- Carlo Cianetti
Consigliere comunale Assisi
del centrosinistra
- Movimento Sinistra Critica Assisi - Bastia Umbrvoce
Il portavoce: Luigino Ciotti

venerdì 23 settembre 2011

SEL UMBRIA IN FESTA: PERUGIA 23-25 SETTEMBRE 2011







Dal 23 al 25 settembre, a Perugia (area verde di Ramazzano) si terrà la seconda festa regionale SEL Umbria.
Fra gli altri, pateciperanno: Catiuscia Marini, Presidente Regione
 Umbria (venerdì), Nichi Vendola (sabato), don Andrea Gallo (domenica).
Il progamma completo e le indicazioni utili per raggiungere la festa sono disponibili (e in continuo aggiornamento) sul sito:
festa.selumbria.org

VENERDI 23 SETTEMBRE 2011
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Il Welfare al tempo della crisi
ore 18,00
Ne discutono:
Catiuscia Marini, Presidente Regione Umbria
Vanda Scarpelli, Segretaria regionale FP-CGIL
Amelia Frascaroli, Assessore al Welfare del Comune di Bologna
Daniela Monni, Presidente Caritas
Monica Cerutti, Coordinamento nazionale SEL
Coordina:
Silvia Menecali, Coordinamento regionale SEL

Gruppi musicali Giovani energie:
ore 21,00
Hotel House
Progetto Panico
Lost in Roots
Killing Frost




SABATO 24 SETTEMBRE 2011
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Energie alternative e Green Economy
- ore 18,00
Ne discutono:
Renato Cesca, Presidente CNA Perugia
Marco Caprai, Presidente Confagricolture Perugia
Mario Bravi, Segretario regionale CGIL
Marco Versari, Marketing Strategico Novamont
Gennaro Migliore, Coordinamento nazionale SEL

Coordina:
Alfonso Morelli, Coordinamento regionale SEL

- Roberto Napoletano, direttore de «Il Sole 24 ORE», intervista
Nichi Vendola
ore 21,00
- Pierre Cippiciani Band
ore 23,00


DOMENICA 25 SETTEMBRE 2011
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- Sinistra Ecologia Libertà alla Marcia della Pace
ore 8,00
50° della Perugia - Assisi
Tutti insieme alla Marcia della Pace, con Nichi Vendola:
partenza dai Giardini del Frontone (Perugia)

- Giorgio Fornoni, giornalista di «Report», intervista
don Andrea Gallo
ore 21,00
- Pierre Cippiciani Band
ore 23,00

festa.selumbria.org

SEL UMBRIA IN FESTA: TUTTI I GIORNI ( 23-24-25 SETTEMBRE )
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- Raccolta di firme per abrogare la legge elettorale “Porcellum”

- Stand e banchetti di

Emergency
Libera
Libreria Alternativa
- Bar Bio & Equo
tutti i giorni dalle ore 17,30
- Cena a chilometri zero
tutte le sere dalle ore 19,30

Piatti, posate e bicchieri biodegradabili e compostabili,
certificate EN13432, in mater-bi, gentilmente offerti
da Novamont

http://festa.selumbria.org/index.html

http://www.facebook.com/event.php?eid=266185013405781

giovedì 22 settembre 2011

UMBRIA RELOADED:PER PROGETTARE IL FUTURO.





Elisabetta Piccolotti
Presidenza Nazionale Sinistra Ecologia Libertà

Finalmento il dibattito è aperto: si discute in Umbria dell’avvio di un nuovo ciclo politico di cui in tanti da troppo tempo sentiamo il bisogno. Si discute purtroppo perché costretti a farlo, ma è comunque un passo in avanti per recuperare il tempo perduto.
Troppi i segnali dal ciclo precedente che muore, perché si possa non ascoltarli: le ultime elezioni amministrative, la partecipazione ai referendum, lo svuotamento delle sedi di partito, i dati sulla fuga dei cervelli e sull’attivismo politico delle giovani generazioni ci rimandano l’immagine di un Umbria sempre più lontana dal gruppone delle regioni rosse e lontana anche dai luoghi della riscossa, come Milano, Napoli e Cagliari, che hanno battuto l’arroganza di destre vergognosamente incucludenti e ingiuste. E’ proprio il caso di dire che mentre si organizzavano convegni sull’Italia di mezzo ci siamo ritrovati in un’Umbria di mezzo: ultimi delle regioni del centro-nord e primi tra quelle invece del centro-sud, ci dibattiamo in un’identità incompiuta e stanca, avvolta dalla retorica della gloria che fu e da una prospettiva incerta ed indecisa rispetto al modello di sviluppo, alla nostra collocazione della nuova divisione internazionale del lavoro e infine al livello della qualità della vita che pensiamo di poter garantire agli umbri.
Serve uno scatto di reni: uno slancio diverso nei rapporti con i cittadini, fatto con fermezza, misura e trasparenza, senza sbavature e senza le posture politiche scomposte di chi pensa che menando colpi a caso si possa trarne qualche vantaggio elettorale. Serve tanto più ora, che le indagini in corso, le intercettazioni, il disvelamento pubblico di alcuni meccanismi nella gestione del potere proiettano un’ombra sull’effettiva uguaglianza dei cittadini di fronte alle istituzioni e rischiano di far apparire la transizione più come un’agonia che come un cambiamento. Sia chiaro: non sappiamo se ciò che è emerso in questi mesi si configuri o meno come reato, di questo dovrà occuparsi la magistratura nella sua piena autonomia. Certo, un quarantennio di politiche amministrative non può essere valutato soltanto alla luce di qualche favore. Eppure sappiamo anche che ciò che leggiamo logora il rapporto con il cittadino, che non è soltanto un elettore disponibile ad avvantaggiarsi del meccanismo delle spintarelle come qualcuno vorrebbe suggerire, ma è il soggetto fondativo della politica e delle istituzioni repubblicane. Permettere che questo accada, in nome di un avvilente ‘tutti ne hanno beneficiato’, è una tripla e fatale sconfitta politica: in primis perchè non rende giustizia ai tanti che hanno scelto per se stessi pratiche e comportamenti diversi, anche a detrimento del proprio consenso elettorale; in seconda battuta perchè è inaccettabile pensare che sia impossibile vincere e governare seguendo fermi principi di trasparenza; infine perchè suppone l’impossibilità di cambiare, di trasformare la politica, di riprogettare la regione, di dare spazio alle scelte delle giovani generazioni e avviare un pezzo di nuovo futuro.
Se c’è veramente qualcuno anche nel Partito Democratico, oltre che fuori, che pensa a come dare un futuro al centro-sinistra della regione, questa non può che essere una buona notizia, anche se questo comporta una necessaria cesura con i potenti che furono e probabilmente sono ancora. Staremo a vedere: basta non sia l’ennesima lotta interna tra città, correnti e poteri ma sia invece il risultato di un pensiero politico aperto e accogliente, costruito sull’allargamento della partecipazione .
Infine bisogna aggiungere che tutto ciò sicuramente non basta: serve anche coraggio, creatività, innovazione nelle politiche amministrative. Serve un nuovo patto tra questa regione e le giovani generazioni: politiche concrete di contrasto alla precarietà come quelle che vediamo in Puglia e Toscana, riforma degli incubatori d’impresa, una spinta decisa alla green economy, un fondo speciale per le nuove produzioni culturali, un sostegno serio alla ricerca nel campo tecnologico e informatico per l’innovazione di prodotto. Troppi in Umbria sono stati in questi anni abituati ad avere accesso ai finanziamenti pubblici a prescindere dalla qualità del proprio lavoro imprenditoriale: è tempo di fare diversamente, perchè non possiamo più permettercelo. La Regione deve essere un sostegno per i più deboli, e un pungolo per le nostre imprese, una spinta a migliorarsi.
Un Umbria Reloaded, con un nuovo software che faccia funzionare diversamente il potente hardware costruito nella fase precedente, è il progetto di Sinistra Ecologia e Libertà. Cerchiamo collaboratori. Possiamo dare collaborazione.

Elisabetta Piccolotti
Presidenza Nazionale Sinistra Ecologia Libertà


Giovedi 22 settembre 2011


http://www.selumbria.org/umbria/umbria-reloaded-progettare-il-futuro

martedì 20 settembre 2011




venerdì alle 18.00 - 25 settembre alle ore 23.30

Luogo
Area verde - Ramazzano - Perugia

Creato da

PerSinistra Ecologia Libertà Perugia

Maggiori informazioni
II festa regionale di Sinistra Ecologia Libertà il 23 - 24- 25 settembre presso l'area verde di Ramazzano -Perugia.

Tra gli ospiti Nichi Vendola, don Andrea Gallo ecc.

Vi aspettiamo ai dibattiti:
"Il Welfare al tempo della crisi" venerdì 23 settembre ore 18,00
"Energie alternative e Green Economy" sabato 24 settembre ore 18,00

...e per finire musica e gastronomia!

per maggiori informazioni e dettagli sul programma cliccate sul link:
http://festa.selumbria.org/

giovedì 15 settembre 2011

BASTIA UMBRA ED ASSISI: PROSEGUE LA RACCOLTA FIRME PER ABROGARE IL PORCELLUM

Comunicato stampa
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E' già  boom di firme in tutta Italia per il referendum che intende abrogare l'attuale legge elettorale denominata " porcellum ". Nei primi 15 giorni di mobilitazione il dato ufficiale parla di oltre 400.000 cittadini che hanno già sottoscritto i quesiti proposti da Sinistra Ecologia Libertà,Italia dei Valori e associazioni varie. Anche nel comprensorio Valle Umbra Nord ( Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara ) è molto alta la partecipazione ai banchetti  del comitato promotore composto localmente anche dal Movimento Sinistra Critica, dalla lista Buongiorno Assisi e dall'associazione " A Ruota Libera ". Le prime 200 firme certificate sono state già state spedite alla sede nazionale di Roma e parecchie altre sono già state raccolte. Il dato politico più rilevante  anche in questa occasione, come già è avvenuto per i recenti referendum sull'acqua pubblica, nucleare,legittimo impedimento, è quello di una forte adesione   trasversale dei  cittadini che, aldilà delle loro appartenenze di partito o di schieramento, si affollano ai tavoli per firmare e cancellare il " porcellum ". I prossimi appuntamenti programmati sono ad Assisi, domenica 18 settembre, dalle 10 alle 13, in piazza del Comune e al mercato settimanale di Bastia Umbra, venerdi 16  e il successivo 23, sempre negli stessi orari. Il comitato promotore sta inoltre valutando l'opportunità di organizzare  eventi particolari lungo il percorso della prossima Marcia della Pace Perugia-Assisi che si terrà domenica 25 settembre e che quest'anno festeggia i suoi primi cinquantanni di vita  E' possibile inoltre firmare nei comuni di residenza fino alla fine del mese, presentandosi con un documento di identità.


Perché mobilitarsi e firmare.


Riproniamo l'appello del comitato organizzatore dei referendum:    

In un momento drammatico come questo, con il Governo italiano commissariato dall'Europa, il Paese ha piu' che mai bisogno di un Parlamento pienamente rappresentativo, capace di prendere decisioni impegnative ma condivise da tutti. Affidando la nomina dei parlamentari a pochi capipartito, la legge elettorale che chiamiamo Porcellum li ha separati dai cittadini, facendoli apparire come una casta di privilegiati. Vogliamo impedire che la "legge porcata" sporchi anche il prossimo Parlamento: lo dicono in troppi da 6 anni, ma il porcellum è ancora lì.
Firmate per consentire al popolo di abrogarla.
Firmate per ridare al cittadino il diritto costituzionale di scegliere i propri rappresentanti attraverso i collegi uninominali.
Una firma quindi per rafforzare e migliorare il sistema bipolare italiano e assicurare l'alternanza politica, consentendo ai cittadini di scegliere i parlamentari e chi deve governare il Paese.


Giovedi 15 settembre 2011


- Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Bellaciao Assisi
I portavoce : Maurizio Tomassini e Alessandro Comi
- Italia Dei Valori
Circolo di Assisi
Il portavoce: Lanfranco Pecetta
-  Lista Buongiorno Assisi
Il portavoce : Paolo Marcucci
- Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Sandro Pertini di Bastia Umbra
Il portavoce: Stefano Paffarini
- Carlo Cianetti
Consigliere comunale Assisi
del centrosinistra
- Movimento Sinistra Critica Assisi - Bastia Umbra
Il portavoce: Luigino Ciotti

lunedì 29 agosto 2011

ORA TOCCA A NOI, TUTTE E TUTTI IN PIAZZA IL 1 OTTOBRE.




Di Claudio Fava
Coordinamento Nazionale
Sinistra Ecologia Libertà


L’abbiamo detto, l’abbiamo scritto molte volte: c’è un paese migliore, un’Italia che non si riconosce nei colpi di coda di questo regime e neppure nelle esitazioni di un’opposizione parlamentare che balbetta invece di dire, che esita invece di fare. C’è un paese migliore che non rassomiglia alla cartolina slabbrata e malinconica che Berlusconi propone ogni giorno dell’Italia.
Un paese che ha conosciuto i giorni felici di lotta per i referendum, che è sceso in piazza per difendere il diritto di dire dei giornalisti, le ragioni dei lavoratori, l’autonomia dei magistrati, la rabbia legittima dei precari, la dignità e il sapere degli studenti e dei loro insegnanti. Un paese che vuole costruire adesso un’alternativa di governo e di futuro, che non intende attendere rassegnato il corso delle cose. A quest’Italia vogliamo dare voce e fiato, il coraggio delle parole smarrite, la fermezza dei principi irrinunciabili. Adesso tocca a noi: e mai come adesso questa parola – “noi” – dev’essere l’impegno per una mobilitazione collettiva, vasta, popolare che vada ben oltre gli iscritti e i militanti del nostro partito.
La manifestazione che Sinistra Ecologia Libertà convoca il primo ottobre a Roma, a piazza Navona, non sarà una liturgia ma un’occasione per far sentire la voce di un paese che non si è mai piegato al corso delle cose. Non si tratta solo di archiviare Berlusconi ma di rimettere in campo una filiera di pensieri lunghi, di proposte politiche, di valori alti che aprano una nuova stagione civile e morale per l’Italia. Dalla crisi si esce ricostruendo una pratica della politica che sappia redistribuire risorse, opportunità, diritti e doveri. Per questo vi chiediamo di esserci, di partecipare, di dare il vostro contributo per fare del primo ottobre una data d’inizio, il principio di un nuovo tempo della politica e della nostra vita.

Lunedi 29 agosto 2011



sabato 27 agosto 2011

REFERENDUM ELETTORALE CONTRO IL PORCELLUM. PARLAMENTO NUOVO.RIPARTE LA DEMOCRAZIA.



Comunicato Stampa
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Anche nel comprensorio Valle Umbra Nord parte la mobilitazione contro il cosiddetto " Porcellum ",la legge elettorale in vigore con la quale sono stati " nominati " gli attuali parlamentari italiani.   I primi appuntamenti domenica 28 ad Assisi ( piazza del Comune, ore 10 ) e a Bastia Umbra ( ponte di Santa Lucia, ore 16 ) con banchetti per la raccolta delle firme per i due quesiti referendari. L'iniziativa  è promossa da Sinistra Ecologia Libertà e Italia dei Valori come a livello nazionale e dalla lista Buongiorno Assisi.
Perché mobilitarsi e firmare ?
In un momento drammatico come questo, con il Governo italiano commissariato dall'Europa, il Paese ha piu' che mai bisogno di un Parlamento pienamente rappresentativo, capace di prendere decisioni impegnative ma condivise da tutti.
Affidando la nomina dei parlamentari a pochi capipartito, la legge elettorale che chiamiamo Porcellum li ha separati dai cittadini, facendoli apparire come una casta di privilegiati.
Vogliamo impedire che la "legge porcata" sporchi anche il prossimo Parlamento: lo dicono in troppi da 6 anni, ma il porcellum è ancora lì.
Firmate per consentire al popolo di abrogarla.
Firmate per ridare al cittadino il diritto costituzionale di scegliere i propri rappresentanti attraverso i collegi uninominali.
Una firma quindi per rafforzare e migliorare il sistema bipolare italiano e assicurare l'alternanza politica, consentendo ai cittadini di scegliere i parlamentari e chi deve governare il Paese.

Sabato 27 agosto 2011


- Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Bellaciao Assisi
I portavoce : Maurizio Tomassini e Alessandro Comi
- Italia Dei Valori
Circolo di Assisi
Il portavoce: Lanfranco Pecetta
-  Lista Buongiorno Assisi
Il portavoce : Paolo Marcucci
- Sinistra Ecologia Libertà
Circolo Sandro Pertini di Bastia Umbra
Il portavoce: Stefano Paffarini
- Carlo Cianetti
Consigliere comunale Assisi
del centrosinistra

mercoledì 24 agosto 2011

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA':" SCIOPERO GENERALE, IN PIAZZA PER DIFENDERE IL FUTURO DI TUTTI "



Sinistra Ecologia e Libertà  parteciperà  attivamente e con convinzione allo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il prossimo 6 settembre. Il nostro partito si farà  promotore delle ragioni di tale scelta e promuoverà  la massima partecipazione avverso una manovra finanziaria che sempre più manifestamente si configura come una macelleria sociale disperata e distruttiva.
Ci auguriamo anzi che lo sciopero del 6 settembre oltre che generale sia anche generalizzato, e coinvolga cioè non solo quei titolari di contratto che si asterranno dalla giornata di lavoro, ma anche le centinaia di migliaia di disoccupati, precari e lavoratori in nero ai quali questo Governo sta togliendo ogni speranza per il futuro.
Scendiamo in piazza tutti per manifestare la nostra protesta a tagli iniqui e crudeli, che come sempre, colpiscono i più deboli e salvaguardano  gli speculatori, i furbi e gli evasori.

Massimiliano Smeriglio,
Responsabile politiche economiche e del lavoro
Coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

Mercoledi 24 agosto 2011

http://www.sinistraecologialiberta.it/

martedì 2 agosto 2011

LUIGI BORI ( SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' ): FINANZIARE UN " PROGETTO UMBRIA " CON IL TAGLIO DEI COSTI DELLA POLITICA



Di Luigi Bori


Coordinatore regionale Umbria di Sinistra Ecologia Libertà



PERUGIA - Penso che la cosa più sbagliata, in questa situazione, sia quella di fare finta di niente. Eppure, è questo l’atteggiamento che il Partito Democratico Umbro continua a tenere di fronte alla questione morale. E lo fa disattendendo pure le indicazioni della sua Direzione e del suo Segretario Nazionale che continuano a parlare di “diversità politica” : una formula usata per dire che chi è indagato e ha incarichi pubblici deve fare un passo indietro.







Qui in Umbria, invece, il gruppo dirigente del Pd fa solo passi avanti, infischiandosene delle inchieste giudiziarie di Perugia e di Terni che coinvolgono illustri esponenti del proprio partito. Ad oggi non si è aperto nessun dibattito interno nè al Pd, nè alla maggioranza di centrosinistra. Dibattito che, per onestà, salvo noi di SEL, non è stato richiesto nemmeno dagli altri alleati. Eppure questa poteva essere una occasione per rinnovare profondamente il Centrosinistra umbro negli uomini e nelle politiche.



Eppure la svolta è necessaria.







Siamo in mezzo ad una crisi economica senza precedenti. E siamo di fronte ad un attacco diretto alle condizioni di vita, ai diritti dei lavoratori e alla democrazia sindacale, come lo sciagurato accordo del 28 giugno scorso tra Confindustria e CISL – UIL - CGIL sta a dimostrare.



Nella nostra regione hanno chiuso fabbriche importantissime come la Merloni, la Basell e la Trafomec. Strutture produttive che difficilmente riapriranno.



La grande impresa è ormai un ricordo (Tyssen Krupp docet). Ma è l’intero complesso della struttura economica regionale che soffre maledettamente. Ci sono, infatti, tante altre aziende che chiudono i battenti o sono in forte difficoltà, in ogni angolo della regione. E c’è un governo della cosa pubblica che diminuisce servizi e prestazioni e aumenta a dismisura tasse, tariffe e tributi.







Il centrosinistra non può più stare a guardare; ha il dovere di intervenire, anche in questa drammatica situazione, anche in Umbria, per progettare un futuro diverso e non “fare finta”.



Per fare questo occorre che si cambi radicalmente la mentalità di amministrare. Bisogna chiudere con il sistema di potere che in questi ultimi 15 anni ha caratterizzato il governo della cosa pubblica. Bisogna farla finita con una prassi che concettualmente usa il denaro pubblico come fosse una disponibilità privata.



Se si accetta questa svolta si può riorganizzare e ottimizzare la struttura operativa pubblica e si possono abbassare in maniera notevole i costi della politica, per liberare risorse significative da destinare al rilancio economico, a dare risposte concrete alle migliaia di precari, al miglioramento delle prestazioni e dei servizi e ad uno sgravio fiscale per i meno abbienti (purtroppo in costante crescita).



Voglio portare un esempio per tutti: la sanità. Noi sosteniamo che in una regione piccola come la nostra una Asl sia più che sufficiente. Prevederne due su base provinciale non sarebbe uno scandalo. Ma gli atti concreti del Governo Regionale vanno invece in direzione della conservazione. Non è un caso che abbiano perso mesi a discutere sui criteri di nomina dei direttori (criteri che fra parentesi hanno sconfessato il giorno dopo con provvedimenti di riconferma o di commissariamento) e nemmeno un giorno sulla possibile riorganizzazione del settore (nonostante l’ufficializzazione dell’esponenziale crescita della mobilità passiva e la contrazione di quella attiva; cioè, in sintesi, la sanità umbra sarebbe un’eccellenza, ma sempre più umbri vanno a curarsi fuori regione e sempre meno “esterni” si rivolgono al nostro sistema sanitaria).







“Va bene così” ha detto Riommi e anche chi si pronuncia per la riduzione delle Asl lo fa col trucco. E’ il caso della proposta del capogruppo del Pd Locchi che prevede, sì due sole strutture sanitarie, ma mantenendo in piedi un accrocco organizzativo territorialmente diffuso che, di fatto, costituisce un semplice escamotage per tenere in piedi gli attuali carrozzoni e poter continuare a garantire voti e potere a singoli, cordate e correnti.



Non possiamo più permetterci gli attuali costi della politica si dal punto di vista etico che finanziario. Ed è irresponsabilmente pericoloso avanzare proposte, che “fanno finta”.



Chi chiede sacrifici deve essere il primo a farli e a farli in misura maggiore degli altri.







Un'altra idea del pubblico è invece possibile. Bisogna osarne la speranza.



Basterebbe realizzare un piccolo programma in dieci punti che si potrebbe intitolare “NON CI POSSIAMO PIÙ PERMETTERE”:



1) le Province con la pletora di enti di secondo grado che girano loro intorno (Comunità Montane, Ati, Atc, consorzi, commissioni varie, ecc.);



2) i vitalizi per consiglieri regionali e trattamenti di buonuscita per loro, Presidenti di province e Sindaci beneficiari;



3) indennità troppo alte e non in linea coi parametri europei e occidentali;



4) decine di aziende pubblico–private che si occupano di acqua, rifiuti e servizi vari con tanto di Presidenti, C.d.A. e tutto il resto;



5) quattro Asl e due Aziende ospedaliere;



6) le norme sulle presidenze dei Consigli e sugli assessorati esterni che, in pratica, raddoppiano le spese di questi organismi, senza apparenti vantaggi operativi;



7) spese di rappresentanza e di funzionamento degli organismi istituzionali e politici sovradimensionate (parlo delle segreterie delle Giunte e dei gruppi, delle consulenze non giustificate da esigenze reali, del moltiplicarsi delle riunioni di Consigli e Commissioni con lo scopo evidente di aumentare il numero dei gettoni e arrivare al massimo consentito dalla legge, macchine blu, macchine bianche, ecc.);



8) incarichi esterni assegnati con compensi faraonici a dirigenti “pensionati” di vari Enti, pur in presenza di competenze adeguate all’interno degli organici degli stessi Enti;



9) gli attuali apparati apicali pubblici con decine e decine di dirigenti inutili che succhiano risorse importanti alle necessità operative degli Enti;



10) le ricche pensioni riconosciute agli ex assessori regionali, anche se non eletti.







Chi si divertirà a fare i conti dei risparmi ottenuti con questo programma (ma non è questo il tempo dell’utopia concreta? Se non ora quando?), potrebbe scoprire che si libererebbero fondi cospicui per mettere in piedi un “Progetto Umbria” di rilancio economico, di sostegno alla sua vocazione ambientale e turistica (permanentemente in affanno) e al mantenimento di livelli alti di welfare soprattutto per le famiglie più bisognose e maggiormente colpite dalla crisi.



Progetto che ha un solo obbiettivo : dare lavoro e aiutare chi non ce la fa.



Ma non dovrebbe essere questa la vocazione della sinistra?



Perugia, 30 luglio 2011



Luigi Bori
*Coordinatore regionale Umbria Sinistra Ecologia Libertà


http://www.umbrialeft.it/notizie/bori-finanziare-“progetto-umbria”-taglio-dei-costi-alla-politica

mercoledì 13 luglio 2011

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA': " SANITA' UMBRIA, DIECI ANNI SI, DIECI ANNI NO, DIECI ANNI FORSE ".




Quanta ipocrisia e quanto pressappochismo nel pasticcio accaduto nell’aula di Palazzo Cesaroni sulla legge per le nomine di primari e direttori di Asl!
Una maggioranza evaporata sotto l’astensionismo di IDV e PRC. Un PD che, almeno in parte, vota contro se stesso.
Una legge inutile e contorta. Contorta al punto che molti dei presenti in aula si sono posti dubbi sull’interpretazione del testo che avevano appena votato.
In Umbria c’era una vecchia legge che poneva il limite del mandato dei direttori generali a dieci anni. Dopo un po' ce ne fu un’altra (salva-qualcuno) che consentì le eccezioni. Poi la recente proposta di iniziativa della Giunta Regionale (salva-tutti), che toglieva qualsiasi limite di mandato. Infine la legge approvata l'11 u.s., che conferma il limite e (forse) lo rende retroattivo. Legge nata sulla scia della “sanitopoli” folignate, che dagli effetti della legge stessa non viene neanche sfiorata! Legge che, comunque, non esclude l'ipotesi di nominare commissari di se stessi direttori generali di lungo corso...
Un pasticcio nato in Giunta, cresciuto in Commissione Consiliare e morto in aula.
Ma che cosa di questa legge e del suo incredibile iter importa ai cittadini dell’Umbria, ai lavoratori della sanità (precari inclusi), ai pazienti ricoverati in ospedali belli, nuovi ed inefficienti? Assolutamente nulla.
Perché, nonostante le ipocrite dichiarazioni di quasi tutti i partiti (ridurre l’influenza della politica, premiare il merito invece che l’appartenenza, prevenire i coni d'ombra e così via), questa legge non cambia nulla: i direttori, quelli di ieri e quelli “nuovi”, verranno comunque nominati dai partiti in barba al merito e alla competenza, i primari lo stesso.
Chi vivrà vedrà.
La si smetta dunque di far finta e si faccia l’unica vera riforma di cui l’Umbria ha davvero urgente bisogno: una riforma che non richiede né leggi né atti amministrativi, quella che prevede che la politica torni ad essere tale, torni ad occuparsi dell’interesse generale, sappia guardare ben oltre il naso dei suoi rappresentanti.

Perugia, 13 luglio 2011

Luigi Bori, Coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà

giovedì 23 giugno 2011

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA': " SI, IN UMBRIA C'E' UNA QUESTIONE MORALE. GLI INDAGATI FACCIANO UN IMMEDIATO PASSO INDIETRO. "



Non possiamo accettare la logica dei due pesi e delle due misure. Quello che diciamo e chiediamo a Berlusconi e agli esponenti della destra, lo dobbiamo non chiedere, ma pretendere dagli amministratori del centrosinistra. Nella nostra regione esiste da tempo una questione morale.
E non si tratta solo di una questione squisitamente giudiziaria che si può derubricare con un semplice, se pur doveroso, richiamo alla presunzione di innocenza. Si tratta di un problema politico che investe il modo stesso di governare. Parliamo di quel sistema di potere, messo in piedi in questi anni, che ora mostra tutte le sue disfunzioni e tutte le sue negatività.
Noi chiediamo da tempo la costruzione di un nuovo progetto politico del centrosinistra anche per l’Umbria. I messaggi mandati in questo ultimo periodo dall’amministrazione regionale e, direi, dalla maggioranza delle istituzioni umbre, non recitano la parte del rinnovamento, ma cercano soluzioni neoconservatrici di quel sistema che le inchieste hanno messo a nudo e in discussione.
Bisogna invece dare segnali precisi di cambiamento nelle grandi e nelle piccole cose. Una di queste è la regola secondo la quale i ruoli istituzionali, soprattutto quelli di garanzia non possono e non debbono essere soggetti all’andamento delle singole vicende personali. Possiamo esprimere solidarietà e vicinanza con chi è stato oggetto di indagine. Ma, come succede in tutti i paesi del mondo, queste persone pubbliche debbono avere il coraggio e sentire il dovere di fare un immediato passo indietro. Se no, capire le differenze con la destra sarà estremamente difficile per i cittadini.
E a conferma di questo ci sono i risultati elettorali che mostrano l’Umbria in controtendenza con un andamento generale particolarmente favorevole al centrosinistra. Segnali precisi che durano da tempo e che hanno portato in pochi anni, il centrodestra a governare il 20% della popolazione umbra.
Per fermare la crescita lenta ma costante della destra in Umbria c’è un solo modo: cambiare, cambiare, cambiare!
Perugia, 22 giugno 2011
Luigi Bori, Coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà
http://www.selumbria.org/umbria/s-umbria-c-una-questione-morale-gli-indagati-facciano-un-immediato-passo-indietro