sabato 24 marzo 2012

ARTICOLO 18: UNA CONTRORIFORMA CHE RIDUCE LE PERSONE A MERCI





Intervista a Nichi Vendola,
Presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

di Maria Zegarelli   


Usiamo i termini giusti: questa non è una riforma, ma una controriforma».  Nichi Vendola e’ netto. Nessuna apertura di credito verso la riforma del mercato del lavoro e nessuna fiducia nel fatto che questo Parlamento riesca a migliorare il testo annunciato dal governo Monti. Per questo, ragiona, il Pd dovrebbe dire «no»
.
Vendola, ma lei non salva nulla di questa riforma?

«Chiamiamo le cose con il loro nome e smettiamola di vivere in questa specie di slittamento semantico perpetuo. Ormai c’e’ un vocabolario orwelliano che domina la Repubblica. Un tempo le riforme aprivano la strada a piu’ diritti e facevano crescere il benessere materiale delle persone, oggi si prova a chiamare riforma tutto cio’ che riduce i diritti e produce un arretramento sociale. Quella di cui parliamo e’ una controriforma del lavoro, in perfetta continuita’ con quanto fatto dal ministro Sacconi».

Ma persino la Cigl ammette che ci sono delle cose positive.

«E’ evidente che io salvo le norme contro le dimissioni in bianco e il congedo di paternita’ obbligatoria, sono cose che appartengono alla nostra battaglia. Ma in un quadro di smantellamento dei diritti rischiano di essere semplicemente uno specchietto per le allodole».

Il Pd, come le forze sociali, chiedono modifiche in Parlamento. Non crede sia una strada?

«Non e’ stato reso un buon servizio alla causa annunciando, come hanno fatto le forze che sostengono il governo, un si’ scontato ad ogni provvedimento di questo esecutivo, in questo modo si indebolisce molto la forza di un negoziato. E’ stato un errore di tutti i leader che cosi’ hanno predisposto molteplici autostrade all’avanzata dell’offensiva liberista e su questo hanno giocato con formidabile arroganza il premier Monti e con poco stile tecnico il ministro Fornero. Quello che si accinge a fare il Parlamento non e’ altro che saldare i conti con la modernità e l’Europa».

Ma anche la Cei e’ stata dura. Crede che Cisl, governo e Parlamento possano far finta di niente?

«E’ la sinistra a dover rigettare un’ idea di modernita’ che presuppone la riduzione delle persone al rango di merci. Vorrei ricordare che la modernita’ nella storia del movimento operaio italiano e’ stata rappresentata dal rifiuto della monetizzazione dei diritti. Il movimento ambientalista è nato anche dentro le fabbriche quando gli operai hanno detto no alla monetizzazione del rischio e hanno rivendicato condizioni di salubrita’ nei luoghi di lavoro. Questa idea di modernita’ che fa la spola tra Detroit e Torino, fatta di sacrifici a senso unico e di un rigore che assomiglia a un processo di sadismo sociale e’ completamente sbagliata».

Sta dicendo che dopo la riforma previdenziale, quella dell’ articolo 18 sembra accanimento?

«Esattamente, perche’ dopo la riforma delle pensioni e la riforma del lavoro, l’unica modernita’ che vedo e’ quella delle compagnie di assicurazioni che scaldano i muscoli per surrogare il vuoto di diritti sociali. Uscire dal Novecento in questo modo vuol dire fare un salto indietro, non avanti. Uso sempre la metafora vangelica: il lavoro e’ stato la pietra di scarto in un tempo lungo della storia umana, le lotte del movimento dei lavoratori lo hanno trasformato in una pietra angolare, tanto che il lavoro ha segnato le linee costituzionali delle democrazie».

Bersani, seppur molto critico con questa riforma, ha detto che non togliera’ la fiducia al governo. Sbaglia?

«Se il Pd non riesce a cambiare questa riforma la deve bocciare. La riforma del mercato del lavoro avrebbe dovuto affrontare una serie di temi cruciali per il Paese come la lotta al lavoro nero e lo smantellamento del circo feroce dei 47 contratti di lavoro precario. L’attuale precarieta’ non e’ un fenomeno meterologico ma una costruzione normativa: volevano aprire il mercato del lavoro e guardate dove siamo arrivati. Il futuro e’ diventato una minaccia per un’intera generazione anziche’ il tempo della stessa speranza. E sul tavolo restano ancora il tema di un reddito minimo e l’universalita’ degli ammortizzatori sociali».

Monti ritiene indispensabile la riforma per dare un segnale ai mercati.

«Ma secondo lei gli imprenditori stranieri non vengono in Italia perche’ c’e’ l’articolo 18? E’ una balla. Nel Sud non vengono perche’ non ci sono infrastrutture, perché c’e’ una lentezza burocratica spaventosa, una pressione fiscale altissima e il costo aggiuntivo della tassa della corruzione. Questi sono i mali da estirpare per attirare capitali e investimenti in un Paese che ormai vede bloccati gli ascensori sociali e non ha piu’ ricambio nel mondo del lavoro perche’ non c’e’ turn over».

Ma se il Pd alla fine vota Sel come si regolera’ in vista delle elezioni?

«La questione non e’ come si regolera’ Sel. Il nodo e’ come la sinistra affronta questi temi. Non puo’ usarli strumentalmente».

Restiamo in tema. A Palermo l’Idv ha mollato l’alleanza e si presenta da sola alle amministrative. Ci si può fidare di un partito cosi’?

«I nodi aggrovigliati della politica palermitana andrebbero sciolti con un dibattito molto piu’ franco. C’e stata una lotta senza quartiere nel Pd, c’e’ una spaccatura verticale rispetto alla collocazione regionale del partito di Lombardo. Sel ha atteso che la Commissione dei garanti procedesse alla validazione delle primarie e nel rispetto di 30mila elettori oggi ha un candidato che si chiama Ferrandelli. Ho amicizia e rispetto per Orlando, ma ha compiuto un errore. Tuttavia credo che si debba andare oltre perche’ il centrosinistra ha il dovere di ricomporsi per governare una città che e’ stata spolpata viva dalla destra».

Maria Zegarelli

L’Unità

Sabato 24 marzo 2012

http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/una-controriforma-che-riduce-le-persone-a-merci/

NICHI VENDOLA: ARTICOLO 18 OSSESSIONE INACCETTABILE.IL RESTO E' SOLO PROPAGANDA.




E’ davvero imbarazzante l’atteggiamento del governo Monti, a fronte di un’Italia che sta vivendo una sofferenza, un disagio straordinario. Di fronte a notizie di suicidi di chi non riesce a trovare lavoro, di fronte alla disperazione di un’intera generazione di ragazzi e ragazze , assediata dalla precarietà. L’unica ossessione del governo Monti è quella di recidere il legame con la nostra cultura democratica.
Cancellare l’articolo 18, manipolarlo, deformarlo, significa semplicemente portare lo scalpo della civiltà del lavoro presso i potentati della finanza internazionale. Questo è francamente inaccettabile.
I conservatori italiani che hanno voluto questo colpo di mano stiano comunque tranquilli: la Cgil non è certo isolata nel Paese. E farà valere le ragioni di milioni di italiani, nell’interesse del futuro dell’Italia
Compito del centrosinistra in Parlamento e nelle piazza, ora, è di non lasciare solo il proprio popolo.

Nichi Vendola,
Presidente Nazionale
Sinistra Ecologia Libertà

Mercoledi 21 marzo 2012

http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/art-18-ossessione-inaccettabile-il-resto-e-propaganda/

lunedì 19 marzo 2012

CARTOLINE DAL FUTURO. INNOVAZIONE, UGUAGLIANZA, SOSTENIBILITA' PER UN'UMBRIA MIGLIORE.





SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
CONFERENZA PROGRAMMATICA DELL'UMBRIA

Sabato 31 marzo 2012
Ore 9,30
Presso 100dieci ( sala convegni, caffetteria, ristorante, )
Via Alessandro Pascoli, 22/23.
PERUGIA

Programma dei lavori
(in via di definizione):

Ore 9.30 Apertura dei lavori
Ore 11.30 Sguardi sull’Umbria
Ore 12.30 Comunicazioni introduttive all’attività dei forum
Ore 13.30-15-00 Pausa pranzo
Ore 15.00-17.00 Lavori dei forum
Ore 17.00 Report dei forum
Ore 17.30 Sguardi sull’Umbria
Ore 18 Conclusioni: Gennaro Migliore, Coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

Per ulteriori informazioni:

Sinistra Ecologia Libertà dell'Umbria
Via Leonardo Da Vinci, 5
06121 Perugia

tel: 075.33187
E-mail: perugia@selumbria.org
Sito web: http://www.selumbria.org/

Per scaricare il documento della Conferenza programmatica di SEL Umbria:
http://www.selumbria.org/umbria/cartoline-dal-futuro-innovazione-uguaglianza-sostenibilit-unumbria-migliore

domenica 18 marzo 2012

NON TOCCATE L'ARTICOLO 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI.






Era il 22 marzo del 2002, 3 milioni di persone manifestarono a Roma contro l'attacco all'articolo 18. Da quella grande manifestazione della Cgil partì un nuovo impegno sociale da parte dei lavoratori e dei cittadini. Io ero tra quella gente. Cara Camusso non tradire quel popolo.