venerdì 9 dicembre 2011

NICHI VENDOLA: " CI VUOLE VERA EQUITA' ".




Ci vuole piu’ equità: lo ha detto una parte della Chiesa, lo ha detto una parte del Parlamento, lo dicono i sindacati. Allora credo che equità significhi non tirare le orecchie a qualche ricco che uno incontra per strada. Equità significa intervenire radicalmente sulla struttura della ricchezza. In questo Paese o si dice patrimoniale e si interviene sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari, oppure è davvero difficile credere che un pensionato a 850-900 euro al mese, che ha un cumulo di bollette per le quali deve decidere a cosa rinunciare dei suoi diritti, debba anche sobbarcarsi il costo di questa manovra. Per me è inaccettabile.
Se l’Italia è a rischio di collasso  questo è avvenuto anche perchè negli ultimi 30 anni tanta parte della ricchezza è stata trasferita dal lavoro dipendente alla rendita. I ricchi sono diventati molto più ricchi, e non soltanto i poveri sono diventati più poveri ma anche  il ceto medio si è visto progressivamente sbalzare dai propri standard di vita e di reddito.
Invito poi  il cavaliere Berlusconi  a non fare  il furbo mentre dice che  Monti deve mettere la fiducia: con una maggioranza del 90% del Parlamento non c’è nessuna ragione per mettere la fiducia. C’è la possibilità, invece, che il Parlamento e le forze politiche si assumano la responsabilità’ di cambiare in meglio la manovra di Monti, di alleggerire il carico che e’ sulle spalle dei ceti medio-bassi e di appesantire strutturalmente il carico verso i ceti possidenti: io questo chiedo.
Dovremmo poi smetterla di dire Europa  quando alludiamo alla signora Merkel o a Sarkozy e dovremmo ricordarci che c’e’ un’Europa governata al 90% dalla destra. In tutta Europa  ci sono solo due governi di centrosinistra: in Austria e in Danimarca. Per il resto sono tutti governi di destra che sono corresponsabili della crisi e hanno oggi una ricetta che per me e’ veramente angosciante e che va denunciata: per risolvere la crisi bisogna abbattere il welfare.Cioe’ – per affrontare i problemi del debito pubblico, per il contenimento del debito pubblico, bisogna tagliare le tutele sociali, diminuire i redditi, intervenire in maniera feroce sulla qualita’ della vita di milioni di persone in un’Europa che gia’ oggi conta 80 milioni di poveri, 25 milioni di bambini in Europa sono poveri.
L’Europa per me non è né la signora Merkel, né Sarkozy, ma sono i 25 milioni di bambini poveri che avrebbero bisogno di un’Europa migliore di quella che oggi va di scena.

Nichi Vendola,
Presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà

Mercoledi 7 dicembre 2011

http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/ci-vuole-vera-equita/

NO ALL'AUMENTO DELL'ADDIZIONALE REGIONALE SULL'IRPEF. L'UMBRIA DIA ESEMPIO DI VERA EQUITA':






Anche in Umbria è giunto il tempo di prendere decisioni coraggiose e in controtendenza. E sarà su questa sponda che si misurerà il tasso di diversità tra il Governo tecnico liberista e una Giunta politica di Centrosinistra.  In primis sulle riforme, non più rinviabili e soprattutto non più eludibili con finti provvedimenti tampone.
Bisogna tagliare e ridurre drasticamente. Bisogna avere una politica del personale che sfoltisca i troppi apicali, dica basta alle tante ed inutili consulenze ed ottimizzi e valorizzi, con una visione unitaria, le professionalità presenti, fermando i concorsi inutili. E bisogna, soprattutto, rimodulare il piano di ristrutturazione endoregionale alla luce delle novità emerse dalla manovra Monti, a cominciare dalle funzioni delle Province, se verrà confermato il loro ridimensionamento. Se diminuiscono i livelli elettivi, quelli intermedi devono dimagrire, se non addirittura sparire.
Ma la diversità si vedrà sulle vicende legate ai servizi sociali in generale e alla sanità in particolare. I tagli governativi possono essere coperti in due maniere. Sforbiciando le spese inutili e superflue o aumentando l’addizionale irpef. Se la manovra Monti, come dicono tutti i partiti del centrosinistra è iniqua, quella Marini deve, per forza di cose, seguire altre strade. Deve ricorrere a provvedimenti strutturali come la razionalizzazione vera di Asl e aziende e, prendendo esempio dalla Toscana, a provvedimenti straordinari, come il taglio consistente del premio di risultato dei dirigenti.
Per mettere nuove tasse e aumentare le accise basta la ragioneria. Per fare cose giuste ed in favore delle classi meno abbienti ci vuole tanta politica e più sinistra.

Perugia, 6 dicembre 2011

Gigi Bori,
Coordinatore  regionale di Sinistra Ecologia Libertà

giovedì 8 dicembre 2011

COME PRIMA, PIU' DI PRIMA.





UNA MANOVRA SENZA EQUITA'.
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" Sacrifici ma nel segno dell'equità, per combattere la crisi ": così Monti pochi giorni fa in Parlamento.
La sua manovra ci consegna oggi una promessa mantenuta solo nella prima metà: i sacrifici ci sono tutti, mentre dell'equità sociale non rimane traccia. Per questo la nostra contrarietà nel merito dei singoli provvedimenti è profonda. Nell'azione del governo cambia lo stile, ma il segno politico resta la continuità con le manovre precedenti.
Quella sulla PRIMA CASA è una stangata, aggravata dalla rivalutazione delle rendite catastali, mentre manca una tassazione anche minima sui veri patrimoni.
Sulle PENSIONI spariscono subito gli adeguamenti alla crescita del costo della vita, l'età pensionabile è allungata indiscriminatamente per tutti e non si distingue tra diversi tipi di lavoro; manca qualsiasi misura di garanzia di pensione futura per i giovani, già in gran parte precari e disoccupati. Ad essere più colpite sono le donne, schiacciate tra i continui tagli alla spesa sociale e l'aumento del peso familiare dentro la crisi.
Si AUMENTA L'IVA di due punti, agendo indiscriminatamente sui consumi e penalizzando, senza distinzioni tutti gli italiani.
Se si passa ai tagli alla CRESCITA, cioè al capitolo da cui dipende la vera ripresa economica del nostro Paese, ci si trova davanti a il nulla: nulla sul mezzogiono, nulla sul dissesto idrogeologico, nulla sulle energie rinnovanili, nulla per gli investimenti in innovazione e sviluppo.
C'è una strada alternativa a quella del governo Monti che oggi ci consegna una recessione senza crescita, senza politiche industriali, senza lavoro: una PATRIMONIALE ADEGUATA e la messa in atto, da subito, di una serie di azioni per reperire risorse a partire dai grandi patrimoni e dalle rendite.

ECCO CHE COSA PROPONE
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA':
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- CENTRALITA' DELLA PATRIMONIALE,
PRIMA STRAORDINARIA E POI ORDINARIA.
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La patrimoniale straordinaria, tassando le ricchezze finanziarie liquide del 20% della popolazione italiana più ricca, fornisce un gettito immediato di 200 MILIARDI DI EURO.
L'imposta patrimoniale ordinaria produce un gettito annuo di 200 MILIARDI DI EURO.

- ACCORDI INTERNAZIONALI
CONTRO LA FUGA DEI CAPITALI.
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- Con la firma di un accordo internazionale tra la Svizzera e l'Italia sul controllo e sulla identificazione dei flussi finanziari si produce un gettito che va dai 20 AI 30 MILIARDI DI EURO.

- TRASPARENZA E LOTTA 
ALL-EVASIONE FISCALE.
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- Reintroduzione del falso in bilancio, l'introduzione della soglia minima di contante a 300 euro, elenco telematico clienti-fornitori per ogni impresa di qualsiasi dimensione, obbligatorietà del sistema di pagamento elettronico in tutti gli esercizi e attività professionali, dichiarazione e pubblicazione dei redditi on line obbligatoria, patrimoniale sui beni immobili, l'ICI sugli immobili di proprietà della Chiesa ( oggi esentati ) e addizionali Irpef su abitazioni per combattere evasione e affitti in nero.

- COLPIRE I CAPITALI SCUDATI.
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Vanno attuate maggiori sanzioni per la seconda rata dei condoni IVA spariti e una maggiorazione d'imposta dal 5 al 20 % sui capitali scudati.
Con queste misure il gettito previsto di 15 MILIARDI DI EURO L'ANNO.

- DECISA LOTTA ALLA CORRUZIONE.
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Occorreri ripristinarte l'Alto Commissariato per la lotta alla corruzione. La stima corrente della corruzione ammonta a perdite pari a 50 MILIARDI DI EURO L'ANNO.

- EQUITA' A PARTIRE DAL FISCO.
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Defiscalizzazione delle fasce deboli, con la riduzione dal 23 al 20% dell'aliquota sui redditi più bassi, compensate da aliquote su redditi alti.
Addizionale Irpef per le case tenute " a disposizione ", e dunque non locate né abitate.

- TASSAZIONE SULLE EMISSIONI INQUINANTI.
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Una tassazione progressiva rivolta ai mezzi più potenti ed ecologicamente inefficaci. Gettito potenziale di 500 MILIONI DI EURO.

- TASSAZIONE DEGLI IMMOBILI DI LUSSO.
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Oggi per castelli ed immobili di pregio non è prevista alcuna tassa.

- RIDURRE LE SPESE MILITARI.
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ALTRI 4,4 MILIARDI DI EURO si ricavano dalla riduzione degli organici delle forze armate, dal blocco dei contratti per la realizzazione dei caccciabombardieri e sommergibili, dal ritiro delle truppe dall'Afghanistan e da tutte le missioni internazionali che non abbiano la copertura dell'ONU.


SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

NON FARE CASSA CON LA CONTRORIFORMA DELLE PENSIONI. LE NOSTRE PROPOSTE.





L'INTERVENTO DI RIDUZIONE DELLA SPESA
PREVIDENZIALE OPERATO DAL GOVERNO MONTI.
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PREMESSA
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“Negli scorsi anni la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso, a regime, il sistema pensionistico Italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali shock negativi. Già adesso l'età di pensionamento, nel caso di vecchiaia, è superiore a quella dei lavoratori tedeschi e francesi”.
Così il Presidente Monti si è espresso al Parlamento presentando il programma del suo Governo; oggi quelle parole confermano che i tagli alla spesa previdenziale non sono funzionali a ristabilire una maggiore equità del sistema né a sanare un eccesso di generosità rispetto agli altri sistemi Europei ma,in quanto facilmente quantificabili anche nei propri effetti nel tempo, servono solo a rassicurare i mercati.
Nel sistema contributivo, che verrà applicato a tutti a partire dal 1 Gennaio 2012, la prestazione pensionistica è strettamente dipendente dai contributi versati durante la vita lavorativa e i coefficienti di trasformazione, in base ai quali si calcola l'ammontare della pensione, tengono conto dell'attesa di vita media rendendo indifferente per le casse dello stato l'età di pensionamento.
Il problema dunque non è la sostenibilità economica del sistema ma la sua sostenibilità sociale dal momento che i due parametri di riferimento della riforma del 1995, cioè carriere lavorative stabili e continuative e crescita del Pil di almeno 1,5 punti l'anno, sono venuti meno con il rischio che i più giovani debbano attendersi pensioni assai inferiori a quel 60% della retribuzione media(cioè circa 900 euro) previsti dal protocollo sul Welfare del Governo Prodi.
Per questi motivi siamo convinti che non si possa tagliare ulteriormente la spesa previdenziale, che i tagli alla spesa pubblica debbano riguardare altre voci(spese militari, grandi opere non prioritarie, riorganizzazione del funzionamento della macchina amministrativa ecc.) e che le risorse che possono derivare da processi di equità interni al sistema previdenziale vadano utilizzate per dare ai giovani una prospettiva pensionistica e a tutti la speranza di una vecchiaia dignitosa.
Nella proposta Monti non c'è alcuna traccia di quella equità intergenerazionale di cui si parla ogni volta che bisogna giustificare i previsti tagli alla spesa pubblica.

PERCHE' SIAMO CONTRARI AGLI INTERVENTI
PREVIDENZIALI DECISI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI.
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- Blocco delle indicizzazioni al costo della vita
per le pensioni superiori a 960 euro.
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Dopo il 1992 le pensioni hanno perso ogni aggancio alla dinamica salariale e la rivalutazione rispetto all'inflazione rimane l'unica salvaguardia contro la perdita progressiva del loro valore reale.
L'eliminazione di questo strumento, anche per pensioni modeste come quelle tra mille e duemila euro mensili, seppure prevista al momento solo per il biennio 2012-2013, produrrà una secca diminuzione del potere d’acquisto delle pensioni. Poiché la misura riguarda circa 9 milioni di pensionati sarà inevitabile un impatto negativosull’economia del Paese.

-Aumento dell'età pensionabile
a 67 anni per uomini e donne.
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E' una misura iniqua perché non considera che i lavori sono diversi per fatica e per impegno e che il mercato del lavoro oggi tende ad espellere i lavoratori anziani.
Inoltre l'equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne cancella l'unico riconoscimento per il lavoro di cura presente nel nostro ordinamento.
Della favola bella secondo cui i risparmi derivanti da questa operazione sarebbero stati investiti in nidi, servizi per anziani e per le famiglie, per alleviare la fatica delle donne, non è rimasto nulla. I 3,5 mld risparmiati andranno a ripianare il debito pubblico. Se a questo si aggiungono i tagli consistenti alle risorse per gli Enti Locali( circa 5,5 mld), con conseguente riduzione dei servizi pubblici, sarà evidente come le donne siano tra i soggetti più penalizzati dalla manovra.
In quanto ai giovani non solo manca ogni intervento per garantire loro una pensione dignitosa, ma l'allungamento dell'età pensionabile, insieme con il blocco del turnover e delle piante organiche del pubblico impiego, ridurrà ulteriormente le loro occasioni di occupazione.

-Abolizione delle pensioni di anzianità con spostamento a 42 anni della contribuzione necessaria per andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica.
L'aumento dell'età pensionabile e la contemporanea abolizione delle pensioni di anzianità, in presenza di un aumento della disoccupazione e di una precoce espulsione dal mercato del lavoro degli ultracinquantenni, aumenterà il numero di chi sarà privo di reddito non essendo più né lavoratore, nè pensionato, con conseguente aumento
della spesa sociale.

-Estensione a tutti del sistema
contributivo pro rata
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Ci sarà una riduzione della pensione attesa per molti lavoratori senza che ad essa corrisponda un sostegno alle pensioni più basse né il ritorno ad un'uscita flessibile dal mercato del lavoro come previsto nella riforma Dini del '95 che lasciava almeno uno spazio alle scelte delle persone.
- Riteniamo gravissimo anche il riferimento ad una commissione che entro il 2012 studi le modalità per trasferire parte dei contributi dovuti all’INPS verso fondi pensionistici integrativi. Un modo subdolo per operare una sostanziale riduzione della copertura pubblica previdenziale. Scrivere che in questo modo si cerca di garantire la
pensione dei giovani, data l’attuale crisi finanziaria, costituisce un’offesa alla razionalità.


LE NOSTRE PROPOSTE
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Ribadiamo che va rifiutato il tentativo di fare cassa con le pensioni e bisogna invece aumentare la sostenibilità sociale del sistema, sia integrando le pensioni più basse, sia riconoscendo a chi esegue lavori più pesanti( non solo usuranti) e a chi ha in carico l'assistenza di soggetti non autosufficienti la possibilità del pensionamento anticipato.
Proponiamo perciò di:
- Diversificare l'età pensionabile a seconda della tipologia di lavoro e la
conseguente attesa di vita modificando anche i coefficienti di trasformazione in base agli stessi parametri.
- Integrare le pensioni inferiori al 60% della retribuzione media con una somma finanziata dalla fiscalità generale che potrebbe essere proporzionale ai contributi versati, in modo da valorizzare il lavoro.
- Non rassegnarsi ad affrontare il tema dell'invecchiamento della popolazione solo dal versante del prolungamento dell'età lavorativa, ma ragionare di politiche di invecchiamento attivo che ,attraverso forme di part-time in uscita, incentivazione del volontariato, sostegno alla produttività sociale degli anziani, prefigurino un nuovo patto tra generazioni.

DOVE TROVARE LE RISORSE
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Nella manovra Monti, si prevede un innalzamento della contribuzione dei lavoratori autonomi di 0,3 punti l'anno fino ad arrivare all'innalzamento di un punto. Si tratta di un adeguamento veramente modesto soprattutto se paragonato all'innalzamento di un punto di contribuzione per i lavoratori precari prevista nella manovra di Agosto. Oggi i lavoratori dipendenti pagano un'aliquota contributiva del 33%, i lavoratori autonomiuna del 20-21%, i lavoratori parasubordinati una del 27%.
Se equiparassimo l'aliquota dei lavoratori autonomi a quella dei
parasubordinati, e cioè a quella di lavoratori con un reddito mediamente basso, recupereremmo circa 5 miliardi di euro da destinare all'integrazione delle pensioni più basse con un'operazione di vera equità.


SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'

lunedì 5 dicembre 2011

UNA MANOVRA DA BOCCIARE.





Massimiliano Smeriglio,
Coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà
Responsabile Politiche economiche e del lavoro

Le prime notizie sui contenuti della manovra Monti ci fanno esprimere un giudizio del tutto negativo. Sembrano passati secoli dal discorso d’insediamento in cui il professore indicava nella lotta all’evasione fiscale, nello spending review e nella giustizia l’orizzonte da perseguire con determinazione. La realtà purtroppo è un’altra.
La crisi, scatenata dalla finanza globale e aggravata dall’inerzia prolungata del governo Berlusconi e dagli altri governi europea, non può ancora una volta essere pagata da lavoratori, pensionandi, che si vedono rubati tre anni di vita, e pensionati. Non bastano il credito d’imposta a sostegno della ricerca e i premi a chi rottama impianti inquinanti per dare un segno progressivo alla manovra.
Il taglio ulteriore agli enti locali, Regioni Comuni e Province, determinerà una situazione drammatica per la sanità pubblica, per i servizi alla persona, per le politiche sociali. Il welfare municipale non sarà più in grado di contenere la moltiplicazione dei bisogni sociali e della disperazione.
Il possibile aumento del 2% dell’Iva, su cui già si era intervenuti un mese fa, avrà ulteriori ripercussioni negative sul potere d’acquisto delle famiglie, dei giovani, dei precari, contraendo i consumi, fino ad arrivare anche a quelli di prima necessità.
Da ultimo l’assenza di una patrimoniale getta un’ombra imbarazzante sul governo Monti. Senza giustizia sociale e senza forme di progressività nella tassazione è difficile cogliere discontinuità sostanziali dal governo precedente.
Sinistra Ecologia Libertà continuerà a fare la propria parte contro la crisi e le politiche neoliberiste dimostrando che ci può essere una strada alternativa a quella dell’austerità che ci consegna ad una recessione senza crescita, senza politiche industriali e senza lavoro.
Per questo nei prossimi giorni presenteremo con Vendola un nostro pacchetto denominato “Patrimoniale per la giusta crescita”. Una serie di azioni che dimostrano come e dove scovare risorse colpendo i grandi patrimoni, le rendite e coloro che non hanno mai pagato.
Ma anche alcune idee per salvare non solo il Paese ma la tenuta stessa dell’Unione Europea. Come la creazione di una autorità di rating europea, l’euro-project bond, il ruolo della BCE come prestatore di prima e condizionata istanza.
Azioni fondate sulla centralità della patrimoniale, prima straordinaria poi ordinaria, sugli accordi internazionali contro la fuga dei capitali, sulla trasparenza e la lotta all’evasione, sul colpire i capitali scudati, sulla lotta alla corruzione, su di un fisco più equo, sulla tassazione delle emissioni inquinanti e su come e quanto colpire immobili e beni mobili di lusso.
Azioni da suggerire a chi siede in Parlamento. Perché saranno i parlamentari a votare la manovra. Pensiamo che le forze democratiche che siedono alla Camera e al Senato debbano trovare le idee e la forza per cambiare di segno ad una manovra sbagliata, ingiusta e fondamentalmente recessiva. E per questa via ridare forza alla politica, alla democrazia e persino all’idea stessa di Alternativa.


Domenica 4 dicembre 2011

http://www.sinistraecologialiberta.it/vetrina/una-manovra-da-bocciare/

MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO MONTI:NICHI VENDOLA " INACCETTABILE CHE PAGHINO SEMPRE GLI STESSI ".





Roma, 5 dicembre 2011 (Adnkronos) - "Alla fine della giostra pagano sempre gli stessi. Per quanto uno possa imbellettare questa manovra, essa colpisce duramente i ceti medio-bassi e i pensionati. Questo e' inaccettabile per me". Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia liberta', commentando la manovra approvata ieri dal Consiglio dei ministri. "Da questa manovra -continua- si coglie che aumenta l'Iva in maniera pesantissima, aumenta l'Irpef, aumentano le accise. Si colpisce in una maniera un pochino bonaria gli scudati con una tassa dell'1,5%, mentre sui pensionati dai 950 euro in su di pensione praticamente la gran parte dei pensionati, si blocca l'indicizzazione delle pensioni".
"Ma l'indicizzazione -continua- non era mettere le pensioni al livello del caro vita, ma era metterle al livello dell'inflazione programmata, che e' la meta' del reale caro vita. Dal punto di vista sociale, politico e culturale l'idea che si possa fare sulla struttura della ricchezza qualche gentile limatura ma nessun intervento strutturale, e che invece gli interventi strutturali siano normali soprattutto sui ceti medi e poi sul mondo dei pensionati, a me pare scandaloso. Ancora oggi non comprendo perche' - nonostante le perplessita' che ormai non circolano piu' solo negli ambienti alternativi, ma cominciano a circolare anche in un certo establishment - nel delineare manovre correttive non si possa mettere in discussione la schifezza di una spesa militare assolutamente irrazionale".
"Voglio capire -conclude Vendola- se un F35, uno dei tanti che dobbiamo comprare, vale piu' della salute di un malato di Sla e di un malato di Alzheimer, della possibilita' di curarlo. E rispetto al fatto che noi abbiamo avuto i fondi per la non autosufficienza dal precedente governo completamente disintegrati vorrei sapere -conclude- se qualcuno si occupa delle persone disabili in questo Paese. Se dobbiamo tornare alle vecchie forme di pietismo, o se siamo ancora uno Stato di diritto".